Il 2 marzo si è svolta ad Atene una conferenza internazionale sul tema “Medio Οriente, Grecia, Europa … Popolazioni in movimento”, organizzata dall’Istituto di Relazioni Internazionali (ΙΔΙΣ) in collaborazione con le associazioni Médecins sans Frontières (MSF) e Bikers for Peace, con il sostegno dell’associazione Solidarity Now. La conferenza è stata ospitata presso il Segretariato generale per l’Informazione e la Comunicazione.

La riunione si è articolata in due parti: la prima sessione si è concentrata sul quadro regionale ed europeo mentre la seconda è stata dedicata all’aspetto umanitario della crisi migratoria.

Per quanto riguarda la prima parte, la questione dei profughi è stata affrontata dal punto di vista delle relazioni internazionali, con specifici riferimenti ai diversi paesi coinvolti: la Siria, i paesi confinanti (Turchia, Giordania, Libano), così come la Grecia, la Germania, l’intera Unione europea, e anche la Russia. Più particolarmente, i relatori hanno fatto il punto sulla situazione attuale, riferendosi all’aumento vertiginoso dei flussi migratori verso l’Europa dall’inizio del 2015 e analizzando i fattori che hanno favorito quest’aumento, tra cui anche gli errori strategici commessi dai Paesi dell’UE. Secondo i partecipanti al panel la ragione per cui l’Europa si trova adesso impotente di fronte alla crisi è che ovviamente non si tratta di una crisi migratoria ma di una grave crisi politica, una crisi di “accoglienza” legata al fatto che l’UE evita le proprie responsabilità. È evidente che, nonostante i numerosi accordi internazionali e le varie dichiarazioni d’intenti, in realtà i membri dell’UE non vogliono accettare un gran numero di rifugiati violando i principi fondamentali europei.

La seconda sessione si è focalizzata sulla dimensione umanitaria della crisi siriana. I rappresentanti di “Medici senza frlogosontiere” hanno esposto esplicitamente le condizioni di emergenza verificatesi su tutto il territorio siriano, ma anche in Turchia e in Grecia. A questo proposito, va sottolineato che in una percentuale molto elevata di casi i problemi di salute dei profughi e migranti sono connessi al viaggio e alle condizioni di vita e di igiene sia all’aria aperta che nelle strutture di accoglienza/detenzione. I relatori si sono riferiti ai servizi sanitari e medicali forniti dal personale dell’associazione, cercando di offrire cure mediche di base così come di garantire il rispetto della dignità umana a questa parte della popolazione più vulnerabile.

La conferenza si è poi conclusa con la proiezione di un film documentario intitolato “The syrian spillover”, realizzato da un team internazionale di cineasti e attivisti su iniziativa di Fulya Memişoğlu, professoressa all’Università di Çukurova (Turchia).

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