La Commissione europea e l’UNHCR hanno lanciato lunedì 14 dicembre un programma mirando a fornire 20.000 posti di accoglienza supplementari ai richiedenti asilo in Grecia e ai candidati per la ricollocazione verso gli altri paesi dell’UE, attraverso sussidi per l’alloggio e programmi per le famiglie ospitanti. A tal fine, la Commissione prevede un finanziamento totale di 80 milioni di euro dal bilancio dell’Unione europea per 2016. I fondi complessivi destinati dall’UE alla crisi migratoria per il 2015 e il 2016 ammontano a 10 miliardi di euro.
Nel corso di una cerimonia tenuta presso gli uffici della Commissione europea ad Atene, Kristalina Georgieva, vicepresidente della Commissione europea e responsabile per il bilancio e le risorse umane, ha firmato la dichiarazione a nome della Commissione europea, insieme con George Okoth-Obbo, Assistente Alto Commissario per le operazioni umanitarie dell’UNHCR, e Ioannis Mouzalas, ministro supplente greco responsabile per l’immigrazione.
“Oggi manifestiamo la nostra solidarietà alla Grecia e anche ai bambini, donne e uomini che cercano rifugio in Europa. Questo programma che stiamo lanciando offre alle famiglie (dei profughi) il sostegno finanziario dell’UE, particolarmente fornendo loro un riparo adeguato. Mentre la dichiarazione di oggi riguarda un’assistenza a carattere temporaneo, la Commissione utilizzerà l’intera gamma di strumenti a nostra disposizione per trovare una soluzione a lungo termine alla crisi dei rifugiati in Europa”, ha spiegato la vicepresidente Kristalina Georgieva, aggiungendo che “dobbiamo lavorare tutti insieme per raggiungere lo scopo commune”.
La Commissione europea ha firmato questo accordo “fornendo i finanziamenti necessari affinché l’UNHCR possa sostenere la Grecia nello sviluppo del programma per ‘hotspot’/ricollocazione, tutto come nello sviluppo della capacità di accoglienza di richiedenti asilo del paese”, si legge nel documento. Da parte sua, l’UNHCR collaborerà strettamente con la Commissione europea, le agenzie dell’UE, in particolare l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO), Frontex e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.
In principio, il supporto europeo riguarda l’impegno del governo greco per la creazione dei cosiddetti hotspot nelle isole di Lesbo, Samos, Leros, Chios e Kos. L’UNHCR contribuirà alla creazione degli hotspot con la consulenza da parte del suo personale, con l’acquisizione delle forniture necessarie e con progetti di costruzione autonomi, se necessario.
Più specificamente, l’UNHCR sosterrà l’implementazione del programma nei seguenti modi:
- fornendo informazioni ai nuovi arrivati perciò che riguarda il meccanismo di ricollocazione, tutto come servizi di interpretariato e anche materiale informativo disponibile in diverse lingue,
- assistendo all’identificazione dei richiedenti asilo che devono essere ricollocati, così come al loro rinvio, in stretta cooperazione con il Servizio di Asiloe
- attraverso la creazione di 20.000 posti di accoglienza: appartamenti in affitto, buoni per hotel e programmi per famiglia ospitanti.
Nel suo intervento, Ioannis Mouzalas ha osservato che si tratta di un’iniziativa estremamente importante in quanto garantisce condizioni migliori e più umane alle persone che ne hanno bisogno, evitando la creazione di “ghetti” con la distribuzione dei rifugiati in diverse regioni. Inoltre il ministro greco ha sottolineato la necessità assoluta di affrontare i trafficanti e i reti di traffico di esseri umani operando dalla costa turca, condizione senza la quale non si può arginare i flussi migratori verso l’Europa neanche affrontare efficacemente il problema dell’immigrazione.
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