Il mese di settembre ha riportato alla luce i monumenti “invisibili” di Salonicco, che testimoniano la storia millenaria e appassionante della città. Sono ben sette i tesori archeologici “segreti” che hanno aperto eccezionalmente le loro porte al grande pubblico. Il tutto grazie al progetto ‘Monumenti invisibili- memoria digitale’, coordinato dalla Facoltà di Storia e Archeologia dell’Università Aristotele di Salonicco, in collaborazione con il Dipartimento di Museologia e Gestione culturale. 

L’obiettivo dell’iniziativa, inserita nelle celebrazioni delle Giornate Europee del Patrimonio, è quello di valorizzare quella parte della storia cittadina rimasta ancora “sconosciuta” al pubblico. Il tutto con l’aiuto delle nuove tecnologie visto che molti di questi “monumenti invisibili” sono rimasti per secoli sepolti sotto le fondamenta delle case, abbandonati oppure nascosti nei sotterranei degli alberghi.  

Per l’iniziativa di fine settembre sono stati selezionati sette monumenti rappresentativi, di grande rilevanza storica, che testimoniano il passaggio per Salonicco dei romani, dei cristiani, dei musulmani ed degli ebrei. Questi tesori sono rimasti in qualche modo “invisibili”, poiché poco valorizzati, nascosti “sotto gli edifici” e in qualche modo ignorati dalla vita quotidiana della città. Grande entusiasmo tra i visitatori anche per le “guide user friendly”, ovvero i posters con codici QR (leggibile da cellulari) contenenti non solo spiegazioni concise ed interessanti sulla storia del monumenti, ma anche immagini ed altri testi. I commenti e le impressioni “a caldo” su questi tesori nascosti sono stati “registrati” in appositi spazi interattivi, ospitati da tutti i siti.

Ma conosciamo meglio i sette tesori aperti al pubblico la settimana scorsa: Basilica di Santa Sofia, Colonna di serpenti (in via Agiou Dimitriou), l’Ippodromo, l’insediamento neolitico, il bagno romano (in piazza Antigonidon), il cubicolo quadrato (tomba) (collocato la Facoltà di Giurisprudenza e la chiesa di San Sergio Pragamá (in via Baltadoru).

-Santa Sofia

Pochissima gente sa che sotto la chiesa bizantina di Santa Sofia della città, esisteva una chiesa paleocristiana del quarto secolo, scoperta negli scavi del 1961. I risultati sono conservati nel seminterrato di un edificio residenziale

-Le Colonna di serpenti ‘Yilan Mermer’

yilan mermer

Si tratta di un monumento che risale alla tarda antichità (quarto/sesto secolo d. C.). E ‘stata la base di una statua imperiale; monumenti come questo erano comuni in tutte le principali città dell’impero romano. E ‘stato trovato nel 1975, durante la l’ampliamento di una strada nel centro di Salonicco. In epoca ottomana è stato rinominato “Il marmo di serpenti” (yilan mermer) perchè secondo una credenza popolare, un demone sotto la forma di un serpente viveva nel monumento.

-L’ Ippodromo di Salonicco

ippodromo

Anche se oggi è invisibile, è rimasto nella memoria collettiva per l’uccisione di 7.000 Tessalonicesi dall’imperatore Teodosio A ‘, nel 390 d. C. Era uno splendido edificio, di 450 metri di lunghezza e 95m di larghezza, e faceva parte del complesso imperial di Galerio. La sua costruzione risale ai primi anni del quarto secolo. L’ Ippodromo ha funzionato fino al sesto secolo d. C .

-Insediamento neolítico

 Anche se la fondazione della città è attribuita a Cassandro nel 315 a. C., la sua storia risale a molti millenni prima. I pochi reperti archeologici di quel tempo sono stati trovati accidentalmente nello spazio della Fiera Internazionale della città, nel 1922-1923, durante la costruzione del centro congressi ‘Velidion’. L’insediamento è considerato il più antico di tutta la regione.

-Il Bagno romano

bagno

Situato su viale centrale di Egnatia, Ie sue trace esistono ancora nel seminterrato di un albergo (circa 1 m delle antica mura è stato conservato). Tra i suoi mosaici spicca in particolare la rappresentazione di  una corsa di carri, nel quale si si distinguono anche tre figure femminili e una scritta con riferimento ai giochi pitici che si svolgevano in antichità in onore di Apollo. I mosaici risalenti al terzo secolo dC. sono attualmente esposti al Museo Archeologico di Salonicco.

 -Cubiculo

cubiculum

Il monumento, ritrovato nei primi anni 60 nei locali dell’Università, più precisamente nella Facoltà di Giurisprudenza, si distingue soprattutto per le decorazioni pittoriche delle sue mura interne. Nelle sue vicinanze (ovest) ritroviamo anche un altro monumento funerario che apparteneva alla prima comunità ebraica della città (attualmente appartenente al cimitero ebraico). Sulla porta in marmo del monumento è incisa l’iscrizione ‘Dometio Benjamin’.

– Chiesa di San Sergio Pragana

Collocato nel cuore della città, in una piccola stradina, la chiesa è un vero e proprio tesoro archeologico scoperto nel 1888. Si tratta di un piccolo luogo di culto costruito su un bagno romano. All’interno troviamo anche un’’iscrizione che testimonia un riferimento a Sergio Pragana. Risalente al quinto secolo d.C., la Chiesa è uno dei primi monumenti di culto cristiano della città.

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