Robert McCabe è un dilettante fotografo americano chi ha viaggiato ampiamente. Le sue prime fotografie di Europa furono il risultato di un viaggio in Francia, Italia e Grecia in 1954, quando fu studente in Princeton e apparve in televisione, insieme all’ Ambasciatore (a quel tempo) George Melas, presentando una guida fotografica di Grecia. Fu ritornato ad Atene in 1955 e 1957 e viaggiò a lungo al mare Egeo, facendo una serie di fotografie di colore sulle isole greche, dopo il richiesto della Società National Geographic. Ha esposto estensivamente in Grecia (Atene, Salonico, Patrasso, Santorini, Monodendri, Poros, Corfu, Anatolia College), in Francia (Parigi) e negli Stati Uniti (Wyoming, New York) e ha publiccato molti libri di fotografie.
All’ occasione della sua più recente mostra in Athens Art Gallery, dove si sono esposte fotografie che McCabe ha preso alla sua gioventù, durante gli scavi archeologici a Micene, Punto Grecia ha preso l’ oppurtanità di apprendere qualche cosa sull’ artista e sul suo fascino con la Grecia.
PG : Come mai e’ accaduto il Suo amore con la Grecia ?
RMcC : Avevo 21 anni quando mio fratello mi ha invitato in un viaggio in Europa (Francia, Italia, Grecia). Specificamente, lui aveva un amico greco e mi ha quiesto di andare con lui in Grecia per due settimane. Ci sto ancora oggi e queste fotografie sono il risultato di un viaggio che avrebbe durato due settimane solo che invece ha durato 60 anni!
PG : Qual e’ il fascino della fotografia per Lei ?
RMcC : Il mio padre lavorava per un giornale a New York e mi ha regalato una macchina fotografica, una Kodak Baby Brownie, quando avevo quattro anni e mezzo. Ho comminciato di fare fotografie che credevo che sareberro pubblicate ai giornali, come fotografie di accidenti e di suicidii, di uragani e di affogamenti. Poi, il mio interesse era spostato agli uomini.
PG : Quando Lei si è trovato a Micine ?
RMcC : Al inizio per caso. Quando sono ritornato agli Stati Uniti, la mia Università, Princeton, mi ha chiesto qualche fotografia per fare una piccola mostra. L’ anno prossimo però sono stato invitato da Spiros Iakovidis, un archeologo, chi lavorava all’area, dopo gli archeologi avevano decifrato la scrittura gramica II in 1952, che era una grande scoperta e ho preso fotografie durante gli scavi. Fra le fotografie ce ne sono anche alcune di Alan Wace, chi era il direttore della Società Archeologica Britanica al periodo.
PG : Lei fotografa sempre ? Lei trova che la Grecia, come sogetto, e’ cambiata molto dal passato ? Le affascina sempre?
RMcC : Si, sto continuando. La grande differenza è che in quelli anni, non c’ erano turisti. Mi ricordo, che mio fratello ed io eravamo in Ios. Oltre a noi, c’erano anche 6 altri turisti e mio fratello voleva che partassimo per un altra isola, perché c’era tanta gente! Immagina allora che la natura era vergine e che era facile di prendere fotografie meravigliose, dove non c’era nessuno. Adesso questo è un impegno. I luoghi archeologici, le aree belle sono pieni di turisti ! Però, si può sempre cercare per trovare la bellezza, è più duro comunque.
Il libro « Micine 1954 », che si puo trovare alla mostra, contiene testi di Athina Iakovidi Kakouri e di Lisa Wace French. Una parte del reddito dell’ artista sarà disposto per gli scopi della Società Archeologica ad Atene. La mostra dura fino al sabato, 5 dicembre 2015.
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