Samo è un’isola greca con una storia ricca e varia. Situata a circa 1 km dall’Asia Minore e dalla costa turca, Samo ha un patrimonio notevole: da centro commerciale e marittimo importante della Ionia nell’antichità, alla rivendicazione della sua indipendenza dall’impero ottomano sotto la guida dei “Carmagnoles”, un movimento ispirato alla Rivoluzione francese. Influenzata dall’industrialisazione del 19° secolo, famosa per i suoi vini esportati in tutto il mondo, avendo anche, nel passato, il privilegio di produrre il vino greco usato per la Santa Comunione, Samo è allo stesso tempo una destinazione turistica molto attraente, grazie alla sua belezza e la sua splendida natura.
Samo nell’antichità
Ricca di un punto di vista storico e piena di belezze naturali, l’isola di Samo situata nella parte orientale del Mar Egeo vicino all’Asia Minore e separata dall’Anatolia da circa 1 km di larghezza, ha un patrimonio speciale attraverso il tempo. Popolata dal periodo neolitico e più tardi, durante il periodo archaico, dagli Ioni venuti dalla Grecia continentale, l’isola deve il suo nome, secondo il geografo e storico greco Strabone, alla parola sama in lingua fenicia che significa ‘’alto’’, probabilmente a causa del terreno montuoso dell’isola. Samo era parte della Lega Ionica, una confederazione di dodici città della Ionia della Costa dell’Asia minore e delle isole adiacenti, che univa i greci nella regione contro i persiani.
Dal 7o secolo a.C., l’isola acquisisce un’importante potenza marittima e commerciale, con colonie sulle coste ioniche, in Tracia e ad ovest del Mediterraneo. Secondo Erodoto, storico greco antico, i Samioti furono anche i primi greci ad attraversare le colonne d’Ercole (Gibilterra).
Durante l’antichità, Samo era un’isola ricca e potente, nota per i suoi vigneti e la sua produzione di vino, le sue ceramiche rosse, le sue miniere di ferro, il suo artigianato con fabbriche di bronzo e gioielli, la sua produzione di frutta e di olio d’oliva. Da notare che l’isola era la terra natale o la residenza di grandi personalità dell’antichità, come il filosofo e matematico greco Pitagora, il filosofo Epicuro, l’astronomo Aristarco, lo storico e geografo greco Erodoto, il favolista Esopo ecc.
Il 6° secolo a.C. era il periodo del suo picco, con molti sviluppi tecnici e artistici nell’antica città di Samo. Il acquedotto di Eupalinos, un tunnel lungo 1 km che forniva acqua dolce alla città di Samo, è stato caratterizzato come un’antica meraviglia dell’ingegneria. La sua costruzione è particolarmente notevole perché è il primo tunnel della storia ad essere metodicamente scavato da entrambe le estremità. L’acquedotto Eupalinos, restaurato nel 2017, è attualmente visitabile.
Inoltre, il tempio Heraion di Samo, una struttura colossale ornata di splendide sculture ha fatto Samo uno dei grandi centri di scultura del mondo ionico. L’Heraion e il Pythagoreion di Samo sono iscritti nella lista dei patrimoni de l’Umanità dell’Unesco dal 1992. Samo continuò ad essere un’importante città mercantile durante il periodo ellenistico e il periodo romano, insieme a Smirne ed Efeso che si contendevano il titolo di “prima città dell’Ionia”.
Samo durante l’epoca bizantina e ottomana
Durante l’epoca dell’impero bizantino, l’isola apparteneva al tema marittimo con il nome “il tema di Samos”, con sede a Smirne. Nel 1346 i genovesi presero Chio, Samos e Ikaria e delegarono la sua amministrazione alla famiglia genovese dei Giustiniani.
Samo passò sotto il dominio ottomano nel 1475, epoca in cui l’isola fu praticamente abbandonata a causa degli effetti della pirateria e della peste. L’isola rimase deserta per più di un secolo prima che le autorità ottomane, avendo preso il controllo del Mar Egeo, si sforzino di ripopolare l’isola con coloni venuti a stabilirsi lì, provenendo da tutta la Grecia. I coloni erano attratti dalla concessione di alcuni privilegi come l’esenzione fiscale e l’autonomia negli affari locali. L’isola si riprese gradualmente, raggiungendo una popolazione di circa 10.000 abitanti nel 17° secolo, concentrati ancora principalmente nelle zone montuose dell’isola. Dopo la metà del 18° secolo, la costa iniziò ad essere popolata.
Joseph Pitton de Tournefort, un eminente botanico e medico francese, ha visitato Samo durante uno suo viaggio nel Mediterraneo orientale dal 1700 al 1702. Osservatore attento, Tournefort ha scritto nelle sue memorie: “Oggi ci sono solo 10 a 12 mila abitanti su quest’isola, quasi tutti greci; hanno un vescovo che è anche lui di Nikaria (Ikaria), e che risiede a Chora. I turchi tengono solo un cadi e un voivoda ”.
Samo e la sua lotta per l’indipendenza
La dominazione ottomana fu interotta durante la guerra russo-turca dal 1768-1774, quando l’isola passò sotto il controllo russo nel 1771-1774. Il Trattato di Küçük Kaynarca, firmato il 21 luglgio 1774 tra l’impero russo e l’impero ottomano conteneva clausole che hanno permeso una grande espansione delle attività commerciali della popolazione greco-ortodossa dell’Impero Ottomano. Anche i mercanti di Samo hanno approfittato di questo fatto e si è così sviluppata una classe media basata sul commercio e sui trasporti.
Gli abitanti dell’isola, attraverso i loro viaggi nel Mediterraneo, si sono avvicinati con le idee progressive dell’Illuminismo e della Rivoluzione francese. Di conseguenza due partiti politici rivali si sono formati: il partito progressivo radicale di Karmanioli («carmagnoles», dal nome della canzone revoluzionaria francese Carmagnole) e il partito reazionario Kallikantzari («goblin») che per lo più rappresentava le élite oligarca. Nel 1807, i Karmanioli, sotto la guida di Lykourgos Logothetis, presero il potere nell’isola introducendo principi liberali e democratici con lo scopo di conferire poteri all’assemblea popolare locale a scapito degli oligarchi che erano al fianco degli ottomani. Questo movimento fu rovesciato dalle autorità ottomane nel 1812 e i suoi leader furono espulsi dall’isola.
Il principato autonomo di Samo: un passo verso l’indipendenza
Quando la rivoluzione greca contro l’Occupazione ottomana scoppiò nel marzo 1821, Samo si unì presto alla rivolta sotto gli ordini di Logothetis e di Karmanioli formando un governo rivoluzionario con una sua propria costituzione. I Samioti, assistiti dalle vittorie navali greche nella regione, hanno respinto con successo tre tentativi ottomani di rivendicare l’isola nel 1821, 1824 e 1826. Tuttavia, quando lo stato greco indipendente fu creato dal protocollo di Londra nel 1830, l’isola di Samos era esclusa dal territorio greco. I Samioti hanno rifiutato di accettare un’ulteriore subordinazione al Sultano dichiarando l’isola come uno stato indipendente, riuscendo infine, a causa delle pressioni delle grandi potenze, a dichiarare ufficialmente Samos nel 1834 come Principato autonomo sotto la sovranità del Sultano ottomano.
Samo diventa uno stato semi-indipendente dell’Impero Ottomano obbligato a pagare la somma annuale di £ 2.700. L’isola era governata da un cristiano di origine greca nominato dalla Sublima Porta, che portava il titolo di “Principe”. Il principe era assistito nella sua funzione di direttore generale da un Senato di quattro membri nominati dalle quattro regioni dell’isola: Vathy, Chora, Marathokampos e Karlovassi. La capitale moderna dell’isola era, fino all’inizio del 20° secolo, Chora, a circa 3 km dal mare e dal sito dell’antica città. Si è dopo trasferita a Vathy, a capo di una profonda baia sulla costa nord, che è diventata anche il porto principale dell’isola.
Durante il 19o secolo, Samo ha conosciutto uno sviluppo industriale straordinario. Nello stesso tempo, prosperava nei settori di commercio et di trasporto marittimo, grazie alle industrie di tabacco a Vathy, alla conceria di Karlovassi, alla produzione di vino ecc. Questa prosperità economica, principalmente dovuta all’autonomia dell’isola, aveva come risultato la creazione di una classe borghese notevole, ma anche di una classe operaia. Camere di commercio, sindacati e movimenti sindacali sono stati creati, rafforzando i movimenti socio-economici già presenti tra la popolazione dell’isola.
I Samioti aspettavano sempre l’unificazione con lo Stato indipendente greco e durante la Prima guerra dei Balcani, nel 1912, Themistoklis Sophoulis, politico greco e deputato da Samo, ha preso il controllo dell’isola con una manciata di volontari greci. Gli ottomani si ritirarono nella terraferma anatolica e Sophoulis liberò Samos, ottenendo l’incorporazione dell’isola in Grecia nel 1913. Lo status di Samos insieme alle isole di Mytilene, Chios e Ikaria è governato dal Trattato di pace di Losanna del 1923, firmato nel 1923 tra la Turchia e le potenze alleate.
Una terra fertile e il suo famoso vino
Sebbene sia un’isola montuosa, Samo possiede grandi pianure fertili. Sin dai tempi antichi Samos era famosa per le sue ricchezze naturali, possedendo tutto ciò che una terra può offrire: acqua abbondante, legno, l’olio più puro del mondo greco e una gran varietà di prodotti agricoli. Una gran parte dell’isola è ricoperta di vigneti e il suo vino, in particolare quello di Vathí (vitigno Malvasia), gode ancora oggi di un’ottima reputazione ed è esportato in tutto il mondo.
I vini di Samo hanno ottenuto molti premi in concorsi e mostre internazionali. La denominazione di origine controllata per il vino Moscato di Samo è una delle più antiche d’Europa. La produzione del “vino Moscato” fu citata dal viaggiatore francese Tournefort nel 1700 e dal tedesco Frisemann nel 1787. Va notato che le potenze europee iniziarono ad interessarsi al commercio del vino, istituendo consolati a questo scopo, sull’isola già dal 1562. Alla fine del 19° secolo, Samo riforniva la maggior parte dei mercati orientali e occidentali con i suoi vini mentre a Samo veniva concesso il privilegio di produrre il vino per la Santa Comunione utilizzato dalla Chiesa ortodossa e dalla Chiesa cattolica.
Un’isola con molti aspetti
Samo è un’isola con una multitudine di monumenti importanti e con una storia straordinaria. Ma è anche una destinazione turistica affascinante, con molte bellezze naturali, con una vegetazione impressionante e un paesaggio vergine dove predominano i colori e la luce. I visitatori potranno scopripre luoghi sublimi, tra cui montagne imponenti, spiagge magnifiche, sentieri escursionistici e ciclabili. L’isola attira anche gli appassionati osservatori di uccell. Ci sono tanti motivi per conoscere questa straordinaria isola!
Testo in inglese via Greek News Agenda e in francese via GrèceHebdo