La grande retrospettiva “TAKIS: Sculptor of Magnetism, Light, and Sound” (TAKIS: Scultore del Magnetismo, della Luce e del Suono), l’ultima esposizione concepita e realizzata con l’attivo coinvolgimento dell’artista scomparso circa un anno fa, era prevista, dopo un viaggio che l’ha portata dalla Tate Modern di Londra al MACBA di Barcellona (2019), di approdare in Grecia e concludere il suo percorso presso il Museo d’Arte Cicladica di Atene (dal 20 maggio al 25 ottobre 2020). Esporre le opere di Takis al Museo d’Arte Cicladica rappresentava un’occasione di particolare importanza, poiché l’artista vedeva nelle sculture antiche, e in particolare nelle figurine cicladiche, una fonte d’ispirazione ricorrente. Purtroppo, le recenti circostanze -legate all’emergenza del Covid-19- e la conseguente sospensione di qualsiasi attività, hanno comportato l’annullamento della mostra.
Tuttavia, il materiale del catalogo della mostra non andava trascurato e dimenticato, in quanto mette in luce un artista la cui influenza si è rivelata un vero e proprio catalizzatore per l’arte del secondo dopoguerra europeo. Così, il Museo ha creato un nuovo microsito, appositamente dedicato a TAKIS (disponibile online fino al 5 dicembre 2020), il quale proponendo tre saggi tematici sull’opera e la pratica dell’artista, nonché una sua conversazione con l’autore e critico d’arte Maїten Bouisset, accompagna il lettore in un viaggio alla scoperta dei temi portanti della poetica di Takis: magnetismo e metallo; luce e buio; suono e silenzio. Inoltre, il ricco materiale fotografico offre ai visitatori virtuali l’opportunità di sfogliare online le opere che sarebbero state esposte nella mostra, così come le fotografie d’archivio che ripercorrono la carriera dell’artista – materiale per cui, alla luce delle circostanze attuali e in deroga alle consuete norme in materia di diritto d’autore, il Museo d’Arte Cicladica ha ottenuto in via eccezionale il permesso di mettere a disposizione online con accesso libero.
Nel corso di una più che settantennale carriera ad Atene, Parigi, Londra e New York, lo scultore greco Panagiotis Vassilakis, meglio conosciuto con il suo nome d’arte, TAKIS (1925-2019), realizzò alcune delle più potenti e innovative opere d’arte del XX secolo. Artista autodidatta per convinzione, Takis ha saputo unire in maniera inscindibile l’Arte alla Scienza attraverso l’impiego e l’innesto nella sua scultura di elementi tratti dal mondo della fisica e dei fenomeni naturali. Non ancora trentenne, e nonostante il disappunto della famiglia per questa sua vocazione, Takis muove i suoi primi passi nell’arte dopo aver vissuto un’infanzia e un’adolescenza difficili, segnate dalla fame e dalla prigionia durante l’occupazione tedesca. Quindi, nel 1952, apre assieme ai suoi colleghi e amici d’infanzia, Minos Argyrakis e Panos Raimondos, il suo primo atelier nel quartiere ateniese di Anakassa. Le prime sculture di Takis sono busti in gesso e sculture in ferro battuto ispirate alla cultura antica e ad artisti quali Picasso e Giacometti. Di lì a poco, nel 1954, l’artista decide di trasferirsi a Parigi, dove incontra e frequenta alcuni scrittori americani della Beat generation.
Due sono i momenti di svolta nel percorso artistico di Takis: il primo avviene intorno al 1955, durante un viaggio di rientro da Londra; in attesa del treno egli rimane colpito e si lascia ispirare dalle luci lampeggianti e dalle antenne che spuntano sparse qua e là per la stazione; Da questa esperienza nascerà il suo progetto “Signals” [Segnali], una serie di sculture su cui l’artista tornerà a lavorare a più riprese nei cinque decenni successivi e che, composta da motori, lampadine e fuochi d’artificio, finirà per diventare una delle sue opere più iconiche. Il secondo momento cruciale arriva invece circa tre anni dopo, quando l’artista scoprì le “potenzialità scultoree” del magnetismo. I primi dei suoi “Muri magnetici” furono realizzati nel 1958. Si trattava di una serie di quadri monocromi dinanzi ai quali pendevano da un filo invisibile oggetti d’acciaio a forma di cono o di cilindro. Una calamita nascosta dietro la tela spingeva questi pendoli verso la superficie dipinta. Attraverso il magnetismo, Takis cercava un modo per rompere le convenzioni di ciò che una scultura potrebbe essere; invece di una forma solida e pesante, puntava a creare una sorta di scultura che galleggiasse nello spazio sfidando la gravità.
Takis riuscì in questo modo a reinventare la natura della scultura e a distinguersi negli anni Sessanta come pioniere dell’Arte cinetica ed esponente di prima linea della sperimentazione tecnologica o del cosiddetto approccio “interdisciplinare” all’arte. Negli anni a venire continuerà a sperimentare con tutti gli elementi ambientali e naturali che ci circondano; nel corso della sua lunga carriera essi costituiranno infatti il baricentro della sua ricerca artistica. Tant’è vero che lo stesso Takis ha in più occasioni affermato che l’energia -questo vasto e onnicomprensivo fenomeno- è stato il soggetto principale del suo lavoro:
“So come usare l’energia… e voglio spendere le mie energie a lavorarci”
Le sue opere adornano le collezioni permanenti di alcuni dei più prestigiosi musei d’arte del mondo, come il Centro George Pompidou di Parigi, il MOMA e il Guggenheim Museum di New York, la Collezione De Menil di Houston, la Tate Modern di Londra e la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. In Francia, il Jeu de Paume Arts Center, il Palais de Tokyo e la Fondation Maeght hanno allestito grandi mostre retrospettive dedicate all’artista. Le sue opere sono inoltre esposte nei giardini dell’UNESCO e a La Defense, a Parigi. Rappresentando la Grecia, Takis ha partecipato due volte a Documenta di Kassel, e una alla Biennale di Parigi (1985) e alla Biennale di Venezia (1995).
Nel 1986 l’artista fece ritorno in Grecia dove fondò sulla collina ateniese di Gerovouno il Centro di Ricerca per le Arti e le Scienze – noto come Fondazione Takis. La Fondazione è stata ufficialmente inaugurata nel 1993, con lo scopo di promuovere la conoscenza e l’apprezzamento delle arti visive presso il grande pubblico, nonché di fornire servizi/strutture e di sostenere programmi di educazione artistica. Nel 2001 il Parlamento Europeo ha conferito alla Fondazione Takis una targa onoraria per la ricerca dell’artista nel campo delle energie rinnovabili, come testimoniata dalla sua installazione “Electric Barrels” [Barili elettrici].
Per maggiori informazioni: visita il microsito dedicato a TAKIS (disponibile fino al 5 dicembre 2020) e il sito ufficiale della Fondazione Takis
Testo originale: Arts in Greece | Takis: A World-Renowned Pioneer Of Kinetic Art su Greek News Agenda
s.d.