Il Ferragosto (in greco Δεκαπενταύγουστος) è una delle festività religiose più importanti in Grecia, conosciuta anche come la “Pasqua dell’estate”. Il 15 agosto la Chiesa ortodossa celebra la “Dormizione della Madonna”.
In effetti, si tratta di una festa particolarmente sentita nel Paese, festeggiata un pò come Pasqua e Natale. Di solito si va in chiesa, oppure in qualche monastero dedicato a Maria, madre di Gesù, e poi si pranza con i parenti. La festa è preceduta da un periodo di digiuno, che dura dall’1 al 14 agosto, nel quale si canta in chiesa il “Canone di supplica alla Madre di Dio”.
Tuttavia quel giorno è anche una buona occasione per organizzare feste popolari (in greco “πανηγύρια”) coniugando musica e danze tradizionali, ma anche generose quantità di cibo e bevande, che regalano a tutti i visitatori, sia greci che stranieri, un’atmosfera gioiosa e celebrativa.
Il Ferragosto è festeggiato in tutta Grecia -e soppratutto nelle isole dell’Egeo- con numerose manifestazioni in onore della Vergine Maria.
Tra i più noti festeggiamenti di “Dekapentavgoustos” in Grecia ricordiamo:
Tinos è la destinazione top di pellegrinaggio per la festa della Madonna. Quest’isola cicladica è diventata un punto di riferimento per i tanti visitatori che arrivano qui da molte parti del Paese. Sono migliaia i pellegrini che ogni anno si recano con profonda devozione alla chiesa di Panagia Evangelistria (Annunciazione), realizzando una loro promessa di genuflettersi davanti alla sacra icona di Vergine Maria che si ritiene abbia virtù taumaturgiche. Alcuni dei fedeli salgono (dal porto) sulla ripida collina -dove si trova la chiesa- in ginocchio! Inoltre, la maestosa processione dell’epitaffio e dell’immagine della Vergine per tutta la città creano un’atmosfera solenne e densa di religiosità.
Una delle chiese più imponenti nelle isole dell’Egeo è certamente la chiesa di Ekatontapiliani (parola che significa la chiesa “dalle cento porte”), un importantissimo monumento religioso paleocristiano. Ekatontapiliani si trova a Paroikia, la capitale di Paros. Anche qui si svolge la processione dell’epitaffio della Vergine. La celebrazione religiosa è seguita da una festa tradizionale con musica dal vivo e danze isolane e con … vino locale in abbondanza per tutti!
All’isola di Lesbo è infatti consuetudine per i fedili di percorrere a piedi una distanza di 25 km, dalla città di Mytilini a Agiassos, e passare la notte nel cortile della chiesa della Vergine Maria.
Se capitate a Patmos, non dimenticate di seguire la processione dell’epitaffio che i monaci portano in giro per le strade acciottolate dell’isola.
Un fenomeno molto particolare si verifica a Cefalonia, nelle vicinanze del villaggio di Markopoulo: si tratta dei “serpentelli della Madonna”. Ogni anno, dalle 6 alle 15 o 16 agosto, decine di serpentelli avendo una croce nera sulla testa sbucano dalle pietraie per entrare nella chiesa della Madonna dei Serpenti (Παναγία Φιδούσα/ Παναγία της Λαγκουβάρ(δ)ας) a farsi benedire e accarezzare dai fedeli. Dopo il Ferragosto, i serpentelli tornano alle loro tane. Secondo la leggenda si tratta delle monache che abitavano la zona nel XV secolo! Quelle monache, vedendo all’orizzonte le barche dei pirati, chiesero alla Madonna di essere tramutate in serpenti per sfuggire ai corsari. Furono esaudite, e sulle loro testine restò una croce.
Purtroppo, il Ferragosto non si celebra soltanto nella Grecia insulare. Anche sulla terraferma, numerose chiese sono dedicate alla Vergine Maria e tante feste popolari hanno luogo in suo onore. Il monastero di Panagia Soumela, situato sulle pendici della montagna di Vermio, nei pressi della città di Veria, attira ogni anno migliaia di visitatori provenienti da tutta la Grecia che affolano la “Madonna di Soumela” non solo per adempiere i loro doveri religiosi, ma anche per godere dei costumi, della musica, delle danze e della gastronomia dei Greci del Ponto. Da ricordare che l’edificazione di questa chiesa è opera della comunità greca del Ponto realizzata con l’intenzione di preservare la memoria dell’omonimo antico monastero nella loro patria d’origine dopo la loro espulsione dalla regione del Mar Nero nel nord della Turchia.
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