Ιl primo museo dedicato all’esilio per motivi politici in Grecia fu fondato nel 1988 al fine di fare luce sugli anni bui della storia recente del paese. Situato nel quartiere di Kerameikos, nel cuore dell’antica Atene, il museo ospita una ricca collezione di oggetti provenienti dai luoghi di esilio in tutta la Grecia, dagli anni ’20 fino al 1974, preservando l’eredità storica di migliaia di esiliati politici, e dunque la memoria sia individuale che collettiva per un lungo periodo di tempo.
L’allestimento del museo fu frutto di un’iniziativa delle unioni degli esiliati politici sopravissuti. Infatti, il loro obiettivo era quello di contribuire alla conservazione della memoria storica -concentrandosi sulle questioni dell’esilio, della persecuzione politica, dell’abuso e della violazione dei diritti umani- nonché consegnare questa eredità alle generazioni future.
È opportuno ricordare che gli spostamenti forzati verso le isole dell’Egeo sono iniziati durante il periodo tra il 1914 e il 1918, però il punto culminante per la deportazione di dissidenti politici è stato la legge 4229 del 1929. Questa legge di Eleftherios Venizelos, il famoso “Idionymo”, che prevedeva che qualsiasi atto riguardante “il rovesciamento del sistema sociale esistente con la forza o il distacco di una parte del paese è un’infrazione speciale”, ha portato alla prima ondata di deportazioni massive. Tuttavia, le deportazioni e le torture dei deportati sono proseguite -anzi rafforzate- durante la dittatura di Metaxas, imposta nel 1936, ma anche durante e dopo la guerra civile greca (1946-1949), così come durante la dittatura dei colonnelli (1967-1974).
Ai Stratis –noto ufficialmente come Agios Eustratios (San Eustratio)– è una piccola isola rocciosa di circa 300 abitanti nell’Egeo Nord Orientale, celebre per essere stata una delle principali destinazioni per la deportazione dei sostenitori della sinistra, sopratutto negli anni 1926-1963.
La prima ondata di esiliati sull’isola, avvenuta negli anni ’20, conta un piccolo numero di lavoratori e dirigenti sindacali. Con la costituzione del Partito Comunista (SEKE) sull’isola vennero deportati alcuni dei suoi membri. Ai Stratis continuò altresì ad essere terra di esilio anche sotto la dittatura di Pangalos (imposta nel 1925), ma la legge 4229 di Venizelos è quella che istituzionalizzò la pena dell’esilio, facendo di Ai Stratis un luogo permanente di deportazione negli anni a seguire. Durante il periodo 1936-1940 (caratterizzato dagli scioperi del 1936 e la dittatura di Metaxas) l’isola ospita oltre 250 esiliati politici.
Il campo di Ai Stratis si riapre per la seconda volta tra il 1946 e il 1949 quando 5.000 uomini e 500 donne sono stati esiliati all’isola prima di essere trasferiti a Makronissos. Dal 1950 fino al 1962, Ai Stratis diventa per la terza volta luogo di esilio. Dopo la fine della guerra civile, l’isola ospita circa 4.500 personne. Il campo venne infine definitivamente chiuso nel 1962.
In totale, circa 10.000 persone, uomini, donne e bambini, sono stati deportati ad Ai Stratis. Spiccano tra loro grandi poeti come Yiannis Ritsos e Tasos Livaditis, scrittori come Menelaos Lountemis e Themos Kornaros, attori come Manos Katrakis ed anche compositori come Mikis Theodorakis. Quindi il museo dispone di numerose opere e anche gran parte degli archivi di tanti famosi artisti greci.
Le collezioni comprendono materiale fotografico e archivistico, oggetti e utensili di uso quotidiano, e anche creazioni artistiche degli esiliati. L’esposizione permanente è strutturata in sezioni distinte riguardanti l’organizzazione e la struttura dei campi -come simboli di disumanità-, la lotta quotidiana dei detenuti per la sopravvivenza, le loro attività culturali e la creazione artistica, ed anche il lavoro sia pedagogico che politico.
Più che uno spazio espositivo, il Museo di esiliati politici intende costituire uno spazio di memoria e di riflessione politica, evidenziando le esperienze degli esiliati politici e salvando dall’oblio questo “pezzo” della storia greca del XX secolo. La biblioteca che completa il progetto espositivo è finalizzata a promuovere la ricerca scientifica e il lavoro pedagogico.
È da notare che il funzionamento e l’attività del Museo di esiliati politici si basano principalmente sul volontariato.
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