Associati a miti e leggende attraverso il tempo, i fari furono da sempre più di aiuti operativi alla navigazione. Spesso costruiti in pietra e su coste inaccessibili su isole o promontori questi segnali marittimi fanno parte del patrimonio culturale del Paese. Riguardando la Grecia e la sua storia, i fari fanno sicuramente parte della sua tradizione marittima. Fornendo avvertimenti visibili contro i pericoli della navigazione (roccen scogliereà), i fari rappresentano un segno di speranza, di sicurezza e di protezione per chi naviga.
I primi fari apparsero nei tempi antichi e furono posizionati su una piattaforma in cima alle colline. Fungevano più da segnale di ingresso ai porti che da segnali di avvertimento per scogliere e promontori come avviene oggi. Durante l’antichità greca, tali riferimenti si incontrano per la prima volta nei poemi epici di Omero. La struttura del faro più famosa dei tempi antichi è il Faro di Alessandria in Egitto.
Secondo le fonti storiche, nelle acque greche, le strutture dei fari si trovano all’arcipelago dell’Egeo sin dal 15° secolo nei porti di Chios (1420), di Rodi (1490), di Mitilene (1782) et al. Il primo che fu costruito nel moderno Stato greco fu al porto di Egina nel 1829, quando la città fu dichiarata capitale dello Stato greco. La rete dei fari si espanse presto nel resto del territorio greco. Il suo funzionamento e la sua conservazione furono assegnati al Servizio di fari della Marina ellenica, istituito nel 1887.
Oggi in Grecia esistono più di 1000 fari lungo la costa del Paese, per lo più illuminati automaticamente, mentre 58 sono ancora monitorati dai guardiani del faro. I più impressionanti fra loro sono fatti in pietra e hanno un valore architetturale e culturale significativo. Nella loro maggior parte furono costruiti tra la fine del 19° e l’inizio del 20° secolo. Una gran parte di quelli erano danneggiati o distrutti durante la Seconda guerra mondiale. Oggi possiamo contare 144 fari in pietra, 46 sono stati elencati come monumenti storici protetti dal Ministero della Cultura.
In Grecia si trova una delle più grandi reti di fari del mondo con splendidi monumenti che dominano le coste e offrono viste mozzafiate. Dal nord-ovest del Paese e il faro di Kastri nell’isola di Othonoi sul mare Ionio al faro più a sud della piccola isola di Gavdos, questi particolari edifici affascinano tutti. Tra i più suggestivi, il faro Dana (1870) che domina l’ingresso della baia di Poros, il faro Zourva (1883) a Hydra, distrutto durante la Seconda guerra mondiale e ricostruito nel 1946, Tourlitis (1887) a Andros, Disvato (1903) in un isoloro deserto tra le isole Andros e Tinos, Melagavi (1897) a Loutraki, Akrotiri (1892) a Santorini, o il Faro a Chania costruito durante l’occupazione veneziana intorno alla fine del 16° secolo e ricostruito tra il 1824 e il 1832 durante l’occupazione turca.
Nel Peloponneso, ci sono due imponenti fari in pietra situati negli incredibili Capi Tenaron e Maleas con una storia piena di leggende. Nel mondo antico, il Capo Tainaron era considerato una delle porte dell’Ade. Il luogo aveva un significato spirituale per gli Spartani, che costruirono lì il Santuario di Poseidon Tenarios. Durante l’occupazione franca del Peloponneso, il Capo fu ribattezzato ‘’Capo Matapias’’, nome che esiste ancora in molte mappe nautiche. Il faro che è stato costruito nel 1882 offre una vista sorprendente sulla baia di Laconia e sulla penisola di Mani.
Il Capo Maleas, all’estremità meridionale del Peloponneso, con mari pericolosi e difficili da navigare, è noto fin dall’antichità come una delle principali rotte per attraversare il Mediterraneo nord-orientale verso ovest. L’antico scrittore greco Stravon ha descritto i pericoli del luogo: “Se decidi di attraversare Malea, dimentica la sua famiglia”. Il faro di pietra di Malea costruito nel 1883 era considerato molto importante per la sicurezza delle navi di passaggio poiché molte navi furono distrutte tentando di attraversare il Capo a cui fu dato il soprannome di Xylochaftis, dalle parole greche per “legno” e “divorare”.
La gran parte dei fari in Grecia durante il 19° e 20° secoli furono costruiti dalla Società francese dei fari. Quelli delle isole ionie furono costruiti durante il dominio britannico dal 1815 al 1864. A Cefalonia, il faro di Santi Theodori si distingue di tutti i fari in Grecia per la sua strutturaa pianta rotonda, con 20 semplici colonne doriche. Fu distrutta dal terremoto del 1953 e ricostruita nel 1960.
I fari in Grecia sono oggi alimentati da energia elettrica e solare raccolta attraverso sistemi fotovoltaici. La rete dei fari è gestita dal Servizio di fari della Marina ellenica, ma il restauro delle strutture in pietra è un compito costoso e difficile, tenendo conto dei luoghi aspri in cui vengono costruiti i fari. Oltre ai finanziamenti pubblici ed europei utilizzati per il restauro dei fari in pietra, sono state utilizzate anche iniziative private. La Fondazione Aikaterini Laskaridis ha deciso nel 2008 di restaurare e rinnovare i fari in pietra di Capes Tenaron e Maleas e il faro di Dana nell’isola di Poros poiché la conservazione del patrimonio culturale e marittimo della Grecia è tra i suoi scopi fondamentali.
Le visite ai fari in pietra in Grecia sono possibili solo con un permesso speciale rilasciato dal Servizio di fari della Marina ellenica.
foto in copertina: Doukato – Lefkada (Servizio di fari della Marina ellenica)