Kóstas Mondis (1914-2004) è il massimo poeta cipriota contemporaneo e una delle più conosciute, importanti e originali voci del Novecento letterario greco. Avvalendosi di tutta la ricchezza del patrimonio linguistico, storico e culturale del mondo greco nel suo complesso, Mondis ha saputo rappresentare e registrare con grande potenza artistica ogni respiro e ogni fremito dell’anima di Cipro e del suo popolo, ed è riuscito a scandagliare ed esprimere, nella sua opera, i caratteri e i valori distintivi della grecità, le speranze e le angosce dell’intera umanità. Le sue opere, prodotte lungo un ininterrotto percorso letterario di 70 anni, gli valsero numerosi riconoscimenti, tra cui una nomina al premio Nobel per la letteratura nel 1984 e l’onorificenza di “Membro corrispondente” dell’Accademia di Atene nel 2000.
Mondis all’età di 50 anni /Fonte: Pagina facebook dedicata a Kostas Mondis)
Vita di Kostas Mondis
Mondis nasce il 18 febbraio 1914 a Famagosta, sesto e ultimo figlio di Theodoulos Mondis, pubblico funzionario originario di Lapithos, e Kalomoira Battista, discendente di una famiglia veneziana di Famagosta. Gli anni della sua infanzia sono segnati dai continui trasferimenti dovuti al lavoro del padre e da una serie di tragedie familiari: nel 1922 muoiono precocemente due suoi fratelli, nel 1926 rimane orfano di madre e nel 1930 perde anche il padre.
Dopo aver conseguito la maturità presso il Ginnasio Pancipriota (Παγκύπριο Γυμνάσιο) di Nicosia, Mondis parte nel 1932 per Atene e si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza. Allo stesso tempo, inizia a lavorare come corrispondente per il giornale cipriota “Ελευθερία” [Libertà] e pubblica articoli sotto lo pseudonimo di Kostas Alkimos. Nel 1937, Mondis fa rientro in patria, dove, per una disposizione del governo coloniale britannico che prevedeva l’esclusione dei laureati delle Università greche dall’esercizio dell’avvocatura sull’isola, è costretto a cercare lavoro in altri ambiti. Per mantenersi, Mondis pratica negli anni a venire diversi mestieri: l’impiegato (della Società mineraria greca a Cipro), l’insegnante (in una scuola per ragionieri a Morfou), il pubblicista e il giornalista (in varie testate greche e cipriote).
Spostatosi a Nicosia nel 1942, Mondis fonda assieme a Fivos Moussoulidis ed Achilleas Lymbouridis il teatro “Λυρικό” [Lirico], il primo teatro professionale di Cipro. In quegli anni dà inoltre vita al periodico “Το Θέατρο” [Il Teatro] e al giornale “Ελευθέρα Φωνή” [Voce libera], pubblicate fino al 1946 e al 1947 rispettivamente.
Nel 1946, si sposa con Ersi Konstantinou, con la quale avranno quattro figli: Theodoulos nel 1946, Marios nel 1949, Lellos nel 1953 e Stalo nel 1956.
Con l’inizio del nuovo decennio, nel 1950, Mondis accetta la carica di Segretario Generale della Camera di Commercio di Cipro, per cui aveva lavorato fin dal 1946.
Gli anni Cinquanta sono un periodo cruciale per la storia di Cipro; sono gli anni nei quali l’Enosis (ossia l’unificazione di Cipro alla Grecia) diventa la parola d’ordine tra gran parte della popolazione, gli anni in cui vanno maturando le premesse che porteranno, a metà decennio, allo scoppio della lotta per la libertà contro la dominazione britannica e all’indipendenza di Cipro dal Regno Unito, ottenuta il 16 agosto 1960. È in questo quadro storico che Mondis aderisce all’EOKA ( l’”Organizzazione Nazionale dei Combattenti Ciprioti”) e, tra il 1955 e il 1959, partecipa alla lotta di liberazione. In parallelo alla sua attività patriottica, dal 1956 assume la direzione del supplemento letterario della rivista “Times of Cyprus”, incarico che manterrà per tredici anni (1969).
Soldati britannici si scontrano con dimostranti ciprioti a Nicosia, 1955/ Fonte: Wikimedia Commons
Gli anni Sessanta vedono Mondis affermarsi all’interno del panorama letterario cipriota e greco. Ormai poeta di chiara fama e attivissimo promotore culturale, Mondis viene nominato, nel 1961, Direttore del Turismo, carica che ricoprirà fino alla sua pensione, arrivata 15 anni dopo nel 1976. Mondis muore nella sua casa a Nicosia il 1° marzo 2004.
L’opera letteraria di Mondis
Autore prolifico, eclettico e poliedrico, Mondis sfugge a ogni facile etichettatura. Il suo lavoro, che per molti aspetti rappresenta un unicum nella vicenda letteraria del Novecento greco, appare difficile da circoscrivere all’interno di ben definiti filoni e correnti e impossibile da collocare in un genere preciso. Poeta, scrittore di opere teatrali e racconti, e romanziere, Mondis si è cimentato nel corso della sua lunga carriera in tutte le forme della creazione letteraria.
Fonte: Pagina facebook dedicata a Kostas Mondis
Sebbene maggiormente noto al pubblico e alla critica per le sue poesie, l’autore cipriota ha lasciato dietro di sé una considerevole e non trascurabile produzione narrativa che comprende tre libri di racconti: “Γκαμήλες κι άλλα διηγήματα” (1939) [Cammelli ed altri racconti], “Ταπεινή ζωή” (1944) [Vita umile] e “Διηγήματα” (1970) [Racconti]; due novelle “Κλειστές πόρτες” (1964), edita in italiano da Argo, nella traduzione di Daniele Macris, con il titolo “A porte chiuse” (2001) e “Ο Σαγρίδης” (1985) [Sagridis]; e il romanzo “Ο αφέντης Μπατίστας και τ’ άλλα” [Afendis Battistas e le altre cose]. Quest’ultimo rappresenta uno dei momenti più fortunati della penna di Mondis. Si tratta di un libro pieno di riferimenti autobiografici, peraltro ravvisabili già nel titolo che richiama il cognome della madre, in cui le memorie e i luoghi dell’infanzia di Mondis si mescolano con i miti, le leggende, e le tradizioni popolari della terra ancestrale; un libro nel quale i fatti e le vicende personali dello scrittore -la storia vissuta in prima persona- vengono inestricabilmente associati a quelli del recente passato di Cipro (l’indipendenza, l’invasione e l’occupazione turca ecc.), e dunque alla Macrostoria. Affiancando ai modelli narrativi tradizionali, elementi tipici della letteratura postmoderna (quale p.es. la frammentarietà del racconto, l’assenza di una trama unitaria e di un’azione progressiva), Mondis, in effetti, non fa altro in questo suo unico romanzo che tentare di raccontare Cipro stessa, di sondare, insomma, i tratti costitutivi, le loro sfumature, e la fisionomia essenziale dell’isola natale.
Tilemachos Kanthos, Quattro prigionieri (1976), Pinacoteca Nazionale Greca
Nella poesia, Mondis esordisce nel 1934 e lungo la sua carriera pubblicherà una ventina di raccolte di versi. Una vasta produzione lirica questa, che per via delle sue caratteristiche peculiari risulta assai difficile da classificare sotto diversi punti di vista. Per quanto riguarda la componente linguistica, Mondis scrive la maggior parte delle sue poesie nella koiné “panellenica”, ossia il neogreco demotico, senza però rinunciare all’abbastanza frequente uso del dialetto cipriota. A seconda del suo intento espressivo, inoltre, al prevalente ricorso al verso libero alterna schemi rimici tradizionali, dedicandosi nel contempo sia ai lunghi componimenti (come le sue tre “Lettere alla madre”, uscite nel 1965, 1972 e 1984 rispettivamente) che alla “forma brevis”. Il nome di Mondis è soprattutto legato a quest’ultima, e a quella lunga produzione di brevissimi componimenti, che a partire dalla raccolta “Στιγμές” (1958) [Attimi], il poeta avrebbe coltivato lungo tutta la sua carriera. Si tratta di una sorta di epigrammi che, composti da due o tre righe, demoliscono in modo aforistico certezze, illusioni e luoghi comuni. Questi “nuclei di poesia” come li chiamava lo stesso Mondis, “ambiscono talvolta alla lapidarietà apodittica della gnome, ma più spesso pongono con tono schietto e disincantato questioni irrisolte, mettendo in forse convinzioni e luoghi comuni apparentemente condivisi, denudando la traiettoria di un ricercare doloroso e lacerante, che non ha un principio né una fine, e dunque procede in modo disordinato, rapsodico, ma unitario nell’ispirazione e nell’intento” (Pontani 2015).
Quest’aspetto demistificatorio e sovversivo è presente in tutta l’opera del poeta. Attento e critico osservatore della realtà storico-politica circostante, autore dotato di coscienza sociale e impegno civile, Mondis opera nella sua poesia, con voce sommessa ma distinta, con tono elegiaco, e a tratti ironico, ma mai rassegnato, una sobria e disadorna descrizione delle “grandi e piccole”, impetuose e spietate, vicende della sua epoca.
Lo stretto legame con la storia, che peraltro contraddistingue quasi tutta la poesia cipriota contemporanea, sarà una costante e uno dei tratti distintivi della poesia di Mondis. Tale “storicismo”, che magari accosta l’opera di Mondis a quella di alcuni dei grandi poeti canonici del Novecento greco, quale p. es. Kavafis, è piuttosto da ascrivere al contesto storico, politico e culturale entro cui essa nacque. Infatti, a differenza del “grande alessandrino”, i riferimenti storici nella poesia di Mondis non riguardano un remoto passato, bensì il presente e la realtà contemporanea del poeta: la storia collettiva che, però, vissuta in prima persona, assume un carattere esistenziale, come, ad esempio, nella sua poesia “Dopo l’invasione turca”:
Tassos A., Cipro 74 (1974), Pinacoteca Nazionale Greca
La poesia di Mondis, dunque, seguirà da vicino tutti gli eventi che segnarono indelebilmente il suo tempo: il golpe dei colonnelli in Grecia, l’invasione sovietica della Cecoslovacchia, il Sessantotto parigino, le persecuzioni degli oppositori nella Spagna franchista, la guerra di Vietnam, la carestia in Somalia e.a. Tra questi una posizione di particolare rilievo, s’intende, è riservata agli eventi epocali che nel secondo dopoguerra sconvolsero la sua terra natale. La storia contemporanea di Cipro, fortemente condizionata dalla posizione geografica dell’isola e dal contesto della guerra fredda, è destinata quindi ad essere il vero protagonista dell’opera di Mondis, come peraltro di quella di molti suoi colleghi conterranei. L’esperienza dei travolgenti e drammatici fatti, che in quel periodo interessarono Cipro, il fervore della lotta per l’indipendenza, il dolore e la rabbia per l’invasione, l’abbandono forzato delle terre ancestrali e la divisione dell’isola, non poteva non influire sulla poesia cipriota contemporanea, che in quegli anni si spinse su nuovi binari andando ad assumere i suoi caratteri principali, individuabili nella forte presenza dell’elemento storico e nell’approfondita indagine sull’identità a cui fa riscontro una fede, senza eccessi trionfali e grandiosi, nella propria terra e lingua.
Poeti greci
Fonti principali
s.d.