All’indomani del 1o Festival Internazionale di Poesia di Atene
 
Al primo festival internazionale della poesia di Atene, svolto dal 23 al 29 settembre, l’Italia è stata rappresentata dal poeta Lello Voce, che pratica il tipo di poesia definito Spoken Words o Performance Poetry. Dopo gli incontri con il pubblico ateniese in varie sedi culturali della capitale greca, il poeta commenta…
 
sul festival  
poesia0“E’ stato più che un semplice Festival di poesia, questo primo Festival internazionale della Poesia di Atene. Credo sia stato un miracolo. Riuscire a far nascere un evento così complesso, ricco, stimolante, proprio nel momento più duro di una crisi che colpisce prima di tutto gli spazi e i fondi per la cultura, è stata un’impresa davvero straordinaria. Ma si tratta di un miracolo laico, ovviamente, nato dall’impegno, dalla professionalità, dalla generosità e dall’entusiasmo di un nucleo di veri artisti, il Circolo dei Poeti di Atene, affiancato da un gruppo di giovani davvero indimenticabile. Sono stati giorni splendidi, sia artisticamente, per il livello altissimo delle performance che si sono susseguite giorno dopo giorno, sia per la capacità che tutti gli organizzatori hanno avuto di creare un ‘gruppo’ coeso, che ha permesso scambi fecondi e preziosi. Ma non si può non parlare anche del pubblico che ha affollato le serate: attento, stimolante, numerosissimo.

Anche chi, come me, a causa della sua tarda età, ha avuto modo di partecipare a molti eventi simili in giro per il mondo, non potrà fare a meno di riservare a questa prima edizione del Festival internazionale di poesia di Atene, un posto assolutamente speciale nei suoi ricordi, con l’orgoglio di aver contribuito a far sì che tutto questo si realizzasse. Grazie a tutti, sorelle e fratelli greci, grazie anche perché ancora una volta avete dimostrato che la poesia è viva, giovane e ha un futuro ancora molto lungo davanti a sé”. 

sulla Poesia 
lello voce1“Io credo che la poesia viva nel corpo del poeta, nel suo respiro, nella sua voce, e nelle sue parole, tanto quanto nei segni impressi sulle pagine silenziose di libri. Ma penso anche che il Suono non è sufficiente, perché la poesia ha inoltre bisogno di pensieri, idee e forme. Ecco perché mi dedico a un genere particolare di Poesia Post-sonora, in cui i significati sono molto importanti, così come lo è il ritmo della voce e la profondità del respiro. Io credo che il poeta di oggi debba essere un “griot” post-moderno e critico della nostra attuale società, così imperialista e globalizzata, e perciò i miei testi sono di natura politica e civile; essi hanno, però, bisogno di un sottofondo musicale per raccontare le emozioni, così come hanno bisogno delle tradizioni culturali e degli strumenti letterari sperimentali per criticare le forme della lingua attuale e per poter costruire una nuova. Io penso che questo tipo di lavoro, al confine tra musica popolare e la cultura raffinata della moderna avanguardia, odori di Avant-Pop”. 
 
sulla Grecia 
poesiaVoce“Secondo me il rapporto tra la Grecia e la poesia ha un nome: memoria. Memoria, perché il ruolo della poesia è quello di preservare la memoria, la memoria di eventi, di eroi, di emozioni, di dolore. Memoria anche perché quando noi in Occidente (oggi davvero un Wild West, un Occidente selvaggio) parliamo di poesia, stiamo ricordando le nostre radici. E le nostre radici sono qui, in Grecia…”.

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