Sulle pendici della montagna di Vermio, nei pressi della città di Veria, in mezzo a lussureggianti boschi di rara bellezza, si trova la chiesa di Panaghia Sumelà (la Madonna di Sumelà). Si tratta di una chiesa relativamente nuova, fondata solo nel 1950, che però nasconde tesori e memorie antichissime.
La costruzione della chiesa è opera della comunità greca del Ponto che con questa opera ha voluto ricordare l’antico monastero di Panaghia Sumelà che si trova nella loro patria d’origine, e contemporaneamente fornire una degna dimora alla miracolosa icona della Madonna Sumelà, simbolo millenario di fede e devozione.
Fondato nel 386 d.c. sulla montagna di Melà, nella provincia turca di Trabzon, l’ antico monastero di Sumelà fu eretto da eremiti che scoprirono nelle grotte della montagna l’omonima icona dipinta, secondo la tradizione, dall’evangelista Luca e considerata miracolosa. Il monastero e l’icona sono stati per secoli i simboli della fede ortodossa dei Greci del Ponto.
Quando nel 1923 le popolazioni greche del Ponto furono espulse dalla Turchia e trasferite in Grecia, sulla base del Trattato di Losanna, i monaci nascosero nella vicina chiesa di Santa Barbara, molti tesori, inclusa l’icona della Panaghia, il Vangelo manoscritto copiato su pergamena da San Cristoforo e la Santa Croce donata dall’imperatore Manuele Comneno. Nel 1931, dopo la sottoscrizione di un accordo tra i primi ministri della Grecia e della Turchia, fu consentito ai monaci di recuperare l’icona e gli altri tesori sacri, che vennero inizialmente conservati nel Museo Benaki di Atene.
Il recupero incoraggiò le comunità dei profughi ad avviare la costruzione di una nuova casa per il loro sacro simbolo. La montagna di Vermio venne scelta per la sua somiglianza con le montagne di Trabzon, dove sorgeva l’antico monastero. L’antica icona fu intronizzata nella nuova chiesa il giorno di ferragosto del 1952. Da quel’anno, la chiesa di Panaghia Sumelà è divenuta il centro della spiritualità, dell’unità e della memoria per i Greci del Ponto. Ogni ferragosto migliaia di pellegrini provenienti da tutto il mondo visitano la chiesa per venerare la santa icona, ma soprattutto per festeggiare con canti, danze e poesie la millenaria storia dei Greci del Ponto.
TAGS: Archeologia | Architettura | Questioni Nazionali | Viaggi