I lavori di restauro e ristrutturazione dell’antico teatro di Dodona (Epiro) sono stati completati con successo e quest’estate il magnifico teatro sarà in grado di ospitare un certo numero di spettacoli con l’autorizzazione della Soprintendenza alle Antichità di Ioannina.
L’antico teatro di Dodona, uno dei più conosciuti fin dall’antichità, risale al periodo ellenistico, agli inizi del III secolo aC. Fu costruito nel quadro dell’ambizioso programma condotto da Pirro, re dell’Epiro, allo scopo di dare al santuario un carattere panellenico e monumentale. La cavea (in greco κοίλον) a pianta semicircolare aveva 55 file di sedili, divise da quattro corridoi (διαζώματα) in tre sezioni orizzontali sovrapposte, e da dieci voli di gradini (κλίμακες) in nove cunei affiancati/ gradinate (κερκίδες). La fila più bassa dei sedi aveva sedili in pietra destinati ai dignitari e gli ospiti d’onore. Due distinte grandi scale davano accesso più rapido alle due estremità della cavea. Due monumentali parodoi (entrate/passaggi), l’orchestra (la zona di rappresentazione) circolare con un diametro di 18,70 m e la skene, edificio rettangolare a due piani, completano le caratteristiche tipiche del teatro greco. Al centro de l’orchestra una roccia scolpita costitueva l’altare di Dioniso, la thymeli. Con una capacità di 17.000 posti, il teatro di Dodona era uno dei più grandi in Grecia.
Parte integrante del santuario dedicato a Zeus il teatro –tutto come lo stadio- di Dodona era associato con la “Naia”, la festa organizzata in onore di “Zeus Naios”. Secondo gli archeologi, le feste di Naia si tenevano ogni quattro anni e includevano giochi atletici, concorsi drammatici (spettacoli di tragedie e commedie), concorsi musicali, e forse corse di cavalli e corse dei carri. All’inizio la Naia fu un festival locale ma successivamente, nel regno di Pirro (297-272 aC), il festival è stato riorganizzato e ampiamente promosso. Infatti nel periodo della Lega epirota (234-168 aC) i giochi furono riconosciuti come equivalenti ai giochi olimpici e pitici. La Naia continuò ad essere realizzata anche dopo la conquista romana nel 168 aC. e fino alla prevalenza del Cristianesimo.
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