Alexandra Michàli, dopo essersi laureata in fisica all’Università di Patrasso, si è laureata in pittura alla Scuola di Belle Arti di Atene (1993) con professori in pittura Dimitris Mytaras, Panagiotis Tetsis e Rena Papaspyrou, in scultura George Lappas, in pittura bizantina K. Xynopoulos e S. Giannoudis. Ha studiato l’arte del mosaico presso il laboratorio Kolefas e ha partecipato a masterclass a Maastricht. Ha conosciuto l’arte greca antica a livello teorico attraverso le conferenze e le visite guidate della Società Archeologica di Atene e il club Amici del Museo Archeologico Nazionale di Atene di cui è membro dove ha disegnato per un lungo periodo di tempo. Ha insegnato arte in scuole private e ha al suo attivo cinque mostre personali e partecipazioni a mostre collettive. Il Museo Archeologico Nazionale, nel 2019, ha organizzato con l’artista sei laboratori indipendenti di pittura per tutte le età.
– Cosa l’ha spinta a studiare alla Scuola di Belle Arti dopo aver completato la sua prima laurea in fisica?
Lo studio della fisica mi ha aiutato ad organizzare il mio pensiero e ad avvicinarmi alla grandezza della creazione attraverso metodi scientifici. Però il mio amore per la pittura ha avuto la precedenza per 2 motivi: La prima ragione è la soddisfazione estetica e la gioia spirituale che provo come spettatore di opere d’arte e il legame che sviluppo con i loro creatori. La seconda ragione è che mi affascina il viaggio dall’emozione iniziale di un soggetto fino alla sua rappresentazione, attraverso un complesso lavoro manuale, mentale e spirituale.
– Lei ha insegnato arte nelle scuole private: quali sono le sfide che ha affrontato e qual’ è la sua opinione sull’insegnamento dell’arte ai piccoli, principalmente, ma anche agli adulti?
Il mio obiettivo costante è quello di rendere l’arte della pittura (cioè il linguaggio della pittura e del disegno) accessibile e amabile a tutti – piccoli e adulti – indipendentemente dal fatto che abbiano o meno un’attitudine eccezionale. In tutti noi è impiantato il seme della creatività e il senso di “bontà” per cui possiamo – con la giusta guida – creare a nostro modo totalmente unico e personale.
Non c’è motivo che le persone siano paragonate tra loro e oppresse. Penso che sia meglio per tutti crescere in tranquillità e godere della convivenza. Il metodo è quello di coltivare il nostro senso artistico con una varietà di opere d’arte e allo stesso tempo allenarci a rintracciare il motivo che ha motivato il pittore a creare la sua opera e il metodo di pittura che ha usato. Lo stesso è stato fatto con il corso di disegno per adulti “Disegnando al museo”. Al Museo Archeologico Nazionale di Atene-con la gentile concessione della direttrice, la sig.ra Lagogiannis – abbiamo disegnato capolavori dell’arte antica greca ed egizia (statue di marmo, statuette di bronzo, vasi, affreschi) di varie epoche. L’emozione di stare di fronte all’opera originale, cercando di capirla, di disegnarla e renderla e il fascino che esso emana non può essere descritta ma solo vissuta…
– Quali sono le sue fonti d’ispirazione e quale impatto ha il periodo della pandemia sul suo lavoro creativo?;
Le mie fonti d’ispirazione sono principalmente due: la natura che adoro e nella quale l’uomo purtroppo si muove in modo così brutale e arrogante; e l’essere umano al quale mi avvicino con rispetto e ammirazione. Attraverso questi due temi sento la grandezza della saggezza creativa di Dio non con gli strumenti della scienza ma con il linguaggio della pittura. Pandemia: Concentrarmi su me stessa, ordinare e valutare le varie informazioni e influenze, silenzio. Sto anche aspettando di vedere in che modo profondo e interiore questa situazione ha influenzato me e per estensione il mio lavoro.
– Pittura e mosaico bizantino. Come ha deciso di impegnarsi in questo tipo di espressione artistica e cosa significa per lei?
La causa cui è stata creata l’icona ortodossa e i modi pittorici in cui la fede ortodossa è visualizzata sono di grande interesse per me come pittore.La ragione è le opposte opinioni tra due gruppi di artisti visivi: secondo l’una, l’arte religiosa – la cosiddetta “bizantina” – viene completamente denigrata come statica o addirittura morta ai nostri giorni. L’altra, promuove e grandi opere dei grandi agiografi del passato ad un livello quasi “sacro”, dove un pittore moderno è autorizzato solo a copiarle fedelmente. Sento che tra questi punti di vista estremi c’è abbastanza spazio vitale perchè i pittori contemporanei esprimano la loro fede nel loro modo personale pur rispettando i termini fondamentali di “funzionamento” di questa pittura così sensibile! Con il tempo ho capito che quest’arte richiede al pittore molta pazienza, spirito di apprendistato e lavoro con perseveranza, semplicità e umiltà. Il mosaico è anche un’arte “grande” e molto ricca nelle sue espressioni di linguaggio visivo all’interno della lunga storia dell’arte greca.
– Una tappa importante della sua carriera personale è stata la mostra “Kouros… dalla natura’’ nel Museo Archeologico Nazionale”. Ci voglia raccontare di essa?
Nel mio tentativo di passare dall’arte europea occidentale che avevo studiato presso la Scuola delle Belle Arti all’arte liturgica della Chiesa ortodossa orientale, sentivo di dover seguire un’altra “strada” pittorica: la lunga strada dell’arte greca antica che ha portato alla formazione degli stili pittorici della cosiddetta arte “bizantina”. Questo studio è stato condotto presso il Museo Archeologico Nazionale di Atene. Lì ho scoperto per caso i Kouroi arcaici del VII secolo e del VI secolo a.C.: questi ragazzi ideali, reali, che sono altrettanto “reali come i ragazzi del mio ambiente, Fotis e Alexandros, del XXI secolo d.C.!
Così, queste due categorie di modelli, i Kouroi e Fotis e Alexandros in pose simili, si muovevano insieme nei miei dipinti e si univano in una festa di forme geometriche, animali, uccelli e guerrieri ispirati ai vasi del periodo geometrico (10°-8° secolo a.C.). Questo periodo di lavoro era molto ricco di emozioni per me. Disegnando molte opere d’arte di diversi periodi ho amato questo spazio “freddo” del museo perché l’ho vissuto come “un recipiente di vita” pieno di opere che trasudano la fatica fisica, l’agonia spirituale e la gioia della creazione di migliaia di greci attraverso i secoli. Tutta questa “energia” creativa di artisti – per lo più anonimi – l’ho sentita come un grande fiume che parte da lontano e arriva fino ai nostri giorni, a volte lentamente, a volte quasi senza acqua e a volte schizzando impetuosamente e magnificamente! Così, perdendo la misera individualità, ma conservando la mia personalità, mi sono trovata a nuotare in questo fiume in compagnia di migliaia di miei compagni artigiani dall’epoca neolitica fino all’epoca romana…
Vorremmo ringraziare la signora Alexandra Michalis per la gentile concessione dell’intervista
Sito web dell’artista: https://alexandramichali.com/en/biographical-note/
Guardate il video che ci guida nella mostra ”Kouros… nella natura” al Museo Archeologico Nazionale di Atene
Pelagia Kotsoni