Si può combinare la tecnologia moderna e l’antichità ? La risposta in questa domanda pare che sia affermativa. La prova è la collaborazione tra la società Thetis Authentics, il Centro Nazionale di Ricerca di Scienze Naturali Dimokritos e l’impresa d’informatica TOOL, che hanno fatto delle riproduzioni di ceramiche antiche stampate in modo tridimensionale (3D). Scopo dell’ iniziativa e’ l’analisi, la documentazione e la riproduzione delle ceramiche che possono essere usate in collezioni tattili per le persone con disabilità visive oppure in collezioni speciali che potrebbero essere usate per fini educativi nei musei. L’ obiettivo finale è la creazione di una «database» come strumento per lo studio di une parte importante del nostro patrimonio culturale.
Il vantaggio della tecnologia 3D è che può offrire con precisione una grande fedeltà alla geometria tridimensionale al livello di alcuni decine di micrometri, qualcosa che significa che ogni dettaglio è chiaramente visibile (gli scienziati hanno visto l’impronte degli artisti antichi sopra le ceramiche e anche le correzioni dei disegni) ! L’ informazioni che si possono avere attraverso questo processo rivelano la dimensione umana dietro gli oggetti e sono utili per gli studiosi e i conservatori che di solito non possono prendere un oggetto antico nel loro studio per esaminarlo.
I musei che hanno partecipato con oggetti dalle loro collezioni sono il Museo Benaki, il Museo Archeologico di Pafos e il Museo Archeologico di Kythira. Le riproduzioni erano prima stampati in plastica, e fungevano da modelli per la produzione di ceramiche in argilla (riproduzioni fideli del’ origine con l’aiuto della tecnologia). Il prodotto finale può anche essere venduto negli appositi negozi dei musei oppure essere esposto al pubblico (come per esempio nelle stazioni della metro).
Il Museo Archeologico di Kythira ha fatto un passo di più: con la cooperazione di Thetis e il Faro dei Ciechi di Grecia ha creato una collezione tattile che dà l’opportunità alle persone che hanno problemi di vista di conoscere alcuni pezzi da museo, toccandoli e palpandoli. Il diacronico museo di Tebe creerà una collezione simile, ma anche una collezione a scopo educativo, una collezione che si potrebbe prestare alle scuole della Beozia affinché i ragazzi conoscano meglio il loro patrimonio culturale ed artistico.
Secondo il specialista di chimica Eleni Aloupi, scienziata responsabile del programma Thetis, « si tratta di un’altro modo di gestire il passato, di conoscerlo, di sdrammatizzarlo e di usarlo in modo intelligente ».
Per saperne di più :
www.atticvases.gr
Segretario Generale di Ricerca e di Tecnologia
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