Il nostro ospite di oggi è Rudy Caparrini. Giornalista pubblicista e scrittore per passione, è nato a Firenze nel 1969 e ha pubblicato numerosi articoli riguardo alla nazione ellenica su testate cartacee e online. Ha visitato la Grecia per la prima volta nell’estate del 1990 e si definisce “un filelleno convinto ed entusiasta”. Laureato in Scienze Politiche (Indirizzo Politico – Internazionale), Rudy Caparrini è stato curatore e coautore del volume “La Grecia contemporanea (1974-2006). Un modello di sviluppo politico, economico e sociale” uscito nel 2007 con prefazione di Antonio Ferrari. Studioso di politica internazionale, ha pubblicato la monografia “Il Medio Oriente Contemporaneo 1914-2005. Da Lawrence d’Arabia a Osama bin Laden”, con prefazione di Franco Cardini (2005).
Noi l’abbiamo intervistato in occasione del suo ultimo libro “Nel Peloponneso. Viaggiando tra storia e leggenda”, con prefazione di Peggy Petrakakos, pubblicato nel luglio 2025 dalle Edizioni Masso delle Fate.

Perché ha scelto il Peloponneso come ambientazione del suo ultimo libro?
Ho scelto tale regione della Grecia perché ritengo che sia all’origine delle mie radici culturali. Il Peloponneso è stato reso immortale dalle opere di Omero e Tucidide, studiate fin dalle scuole dell’obbligo. Frequentando l’Università, alla facoltà di Scienze Politiche, ho poi appreso che il Peloponneso è stato decisivo pure per le sorti della Grecia moderna perché proprio lì si sono avute, nel secolo XIX, le più importanti sollevazioni dei greci contro i turchi ottomani. Ho quindi ritenuto fosse opportuno scrivere un libro sulla regione che costituisce il fulcro della storia e della cultura ellenica. Inoltre, ho scelto di mettere in luce il Peloponneso perché volevo far conoscere località poco note e secondo me sottovalutate. Troppo spesso quando si parla di Grecia si pensa soltanto ad Atene e alle isole dell’Egeo, luoghi peraltro meravigliosi e degni di essere decantati. Ci tenevo ad evidenziare, tuttavia, che vi sono altre zone della Grecia meritevoli di maggiori attenzioni, Peloponneso in primis.
Quali sono le “componenti” che rendono questo luogo “speciale” come lei dice nel libro?
Secondo me il Peloponneso è l’Alfa e l’Omega della cultura occidentale, la regione dove la nostra civiltà ha avuto origine molti secoli fa. Nel Peloponneso si trovano le città, più volte citate nelle opere di Omero, che hanno regnato sulla Grecia e sul mondo intero conosciuto all’epoca: Micene, Sparta, Pilo. Il Peloponneso è stato basilare anche nell’età della “Grecia classica”, col ruolo svolto da Sparta (la grande rivale di Atene nella “Guerra del Peloponneso” narrata da Tucidide) e da molte altre città, fra cui Corinto e Olimpia. La regione è stata poi protagonista durante l’epoca bizantina, con la città di Mistrà che rappresentava uno dei maggiori centri culturali dell’Impero. Infine, il Peloponneso è stato fondamentale durante la lotta per l’indipendenza che ebbe inizio nel 1821. Trovo eloquente quanto scrive in “La mia Grecia” Nikos Kazantzakis, il più famoso scrittore ellenico del secolo XX: “Un viaggio in Grecia deve sempre partire dal Peloponneso, l’antica Madre. Qui sono le radici insaziabili che grondano sangue – il monte Taigeto, i fiumi Alfeo ed Eurota, gli Atridi, Elena, Gemisto Pletone, Costantino Paleologo, Kolokotronis. Atene, il fiore, la sublime gloria della radice, arriva dopo”.



Nel suo viaggio “tra storia e leggenda”, quale luogo del Peloponneso l’ha colpito di più e perché?
È una domanda a cui è difficile dare una risposta precisa, perché ho provato forti emozioni in tutti i territori del Peloponneso che ho visitato. Essendo io un appassionato soprattutto di storia moderna e contemporanea forse direi Kalamata, perché questa è stata la prima città conquistata dagli insorti greci nel mitico Marzo 1821. Ho provato un’emozione speciale visitando, nel capoluogo della Messenia, la Chiesa dei Santi d’Apostoli, piccola come dimensioni ma dal significato storico enorme, all’esterno della quale i capi degli insorti, fra cui Kolokotronis e Mavromichalis, lessero la dichiarazione di guerra all’Impero Ottomano il 23 Marzo 1821. Oltre a Kalamata mi ha poi colpito anche Nauplia, la prima capitale della Grecia moderna. E ancora la baia di Navarino, dove nell’Ottobre del 1827 si svolse la battaglia decisiva per le sorti della guerra di indipendenza greca. È d’obbligo, comunque, citare anche i luoghi dell’antichità quali Micene, Sparta, Epidauro, Pilo, Olimpia, Antica Messene. Luoghi che appartengono alla leggenda.


Nel suo libro Lei dedica un capitolo a Missolungi, una città che, pur non appartenendo geograficamente al Peloponneso, sembra avere un posto speciale nel suo racconto. Pensa che questo luogo continui ancora oggi a trasmettere un messaggio simbolico? E, se sì, quale?
Nelle scuole italiane si studiano poche cose riguardo alla Grecia moderna. Però tutti sappiamo che la rivoluzione greca, del secolo XIX, suscitò l’interesse di molti illustri intellettuali europei, i cosiddetti “filelleni”. Il più famoso di costoro è stato il celebre poeta inglese George Gordon Lord Byron, il cui nome è legato a in modo indissolubile a Missolungi, dove ha vissuto e dove è morto nel 1824. Byron è un mito per tutti noi filelleni ed essendo io nel Peloponneso non poteva mancare una escursione sulle tracce del grande poeta. Oltretutto, Missolungi è stata una delle città che più ha contribuito alla lotta per l’indipendenza del popolo ellenico. L’assedio cui fu sottoposta la città nel 1826, concluso con il tragico “esodo”, è stato uno dei momenti più gloriosi della lotta per la libertà dei greci contro i turchi ottomani. Mi ha colpito la lapide che si trova fuori delle mura della città in cui si legge la scritta: “Ogni uomo libero è cittadino di Missolungi”. Senza i fatti del 1826 di Missolungi non ci sarebbe stato l’intervento delle potenze europee dell’epoca (Francia, Gran Bretagna e Russia) che culminò con la battaglia di Navarino del 1827. Per questa ragione, oltre che per il legame con Byron, mi sono sentito in dovere di dedicare un capitolo a Missolungi, luogo leggendario che ancora oggi rappresenta, per i greci ma non solo, uno straordinario esempio di lotta per la libertà.

Si identifica come “filelleno”. Cosa è per lei la Grecia?
La Grecia è la culla della nostra civiltà. Come spiega nel suo “Breviario Mediterraneo” lo scrittore croato Predrag Matvejevic, “la Grecia la sentiamo tutti nostra”. La Grecia è uno dei pochi stati al mondo dove si possono trovare tracce sia di storia sia di leggenda, componente quest’ultima che appartiene solo a quelle culture che sono state capaci di lasciare un’impronta indelebile nell’evoluzione della civiltà umana. La Grecia è leggenda per una pluralità di motivi. Alla cultura greca sono legati molti eventi storici che hanno segnato le sorti dell’umanità. Inoltre, è risaputo che sono stati quasi tutti ellenici i maestri del pensiero che hanno forgiato il sapere del mondo. In Grecia è nata la democrazia. Non dobbiamo poi trascurare il fatto che quasi tutte le parole derivano dal greco. In ogni momento della nostra vita, spesso in modo inconsapevole, ci imbattiamo in qualcosa di origine ellenica. Pur essendo fieramente italiano, ritengo che ogni cittadino europeo, o più in generale del cosiddetto Occidente, debba essere riconoscente alla Grecia per averci trasmesso le pietre miliari della nostra cultura.
Che cosa vorrebbe che restasse nel cuore o nella mente del lettore dopo aver letto “Nel Peloponneso. Viaggiando tra storia e leggenda”?
Gradirei che sorgesse nel lettore un profondo desiderio di recarsi nella regione per poter provare le medesime emozioni che ha vissuto il sottoscritto. Mi rivolgo, in particolare, alla folta platea di appassionati della storia greca e della cultura ellenica in generale. Nel Peloponneso si trovano i luoghi dell’antichità (ovvero della gloria) e quelli della lotta per l’indipendenza (quindi della riscossa) della nostra amata Grecia. Ci sono territori della nazione ellenica poco conosciuti ma di una bellezza straordinaria, oltre che dall’immenso valore storico e culturale. Col mio libro spero di avere offerto un modesto contributo per la valorizzazione di luoghi che hanno segnato tappe fondamentali nello sviluppo della nostra civiltà. Spero che i lettori possano recepire il mio messaggio ed avere coscienza dell’importanza del Peloponneso per la Grecia e per il mondo intero.
*Tutte le immagini per cortese concessione di Rudy Caparrini.
Α.Κ.
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