L’internet delle cose (un neologismo utilizzato in telecomunicazioni, un termine di nuovo conio che nasce dall’esigenza di dare un nome agli oggetti reali connessi ad internet) è il settore contemporaneo che attira l’interesse della communità mondiale di ingegneri informatici nonchè quello dei professionisti dell’Informatica, soprattutto in questo periodo di crisi quando le imprese startup aumentano.
Una impesa del genere è Sensorflare, una startup greca che ha sviluppato una piattaforma per la gestione di dispositivi via smartphone. Secondo Marios Logaras, uno dei suoi fondatori : «crediamo che la gestione di tutti i dispositivi attraverso uno smartphone non sia maneggevole. Abbiamo però osservato nuovi esempi dove i dispositivi “apprendono’’ da soli e “agiscono’’ in linea della logica umana».
La maggioranza di imprese usa una combinazione di hardware e software che possono essere comperati da un grande fornitore. Sensorflare ha comunque scelto un altro modo: la possibilità di usare sensori registrati da vari fornitori.
Così, gli dispositivi possono acquistare intelligenza addizionale e apprendono dall’uso che fa la persona che li gestisce e diventano più autonomi. In questo modo, vengono prodotti comportamenti ripetitivi che con il tempo diventano automatici. Sensorflare, con sede a Patrasso (una città all’avanguardia nell’ ambito della microelettronica) ha già vinto in vari concorsi e conquistato diversi premi.
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