Difendendo la posizione della Grecia, il ministro greco responsabile per l’immigrazione respinge le diverse accuse rivolte alla Grecia in una serie di interviste che ha concesso ai media internazionali. Ecco una selezione di qualche punto di particolare interesse.
Mouzalas definisce “ingiuste” le accuse rivolte alla Grecia spiegando : “E’ vero, la Grecia è sotto una grande pressione da parte di alcuni membri Ue che pensano erroneamente che il flusso dei rifugiati possa essere controllato dalla sola Grecia. La Grecia è solo l’inizio del corridoio, ma la porta è in Turchia. E quindi se i flussi non vengono controllati in Turchia è impossibile controllarli dalla Grecia o da qualsiasi altro membro dell’Ue”.
A proposito della speculazione recente mettendo in dubbio l’integrità della zona Schengen e parlando dell’estensione temporanea dei controlli alle frontiere interne a causa dell’incapacità di alcuni Stati membri nel proteggere i confini esterni, Ioannis Mouzalas sottolinea che “questo significherebbe il collasso dello spazio Schengen”, chiedendo: “Qual è il punto debole della Grecia nella protezione delle frontiere esterne dell’Unione europea? Questa è una domanda che ci chiediamo spesso. Controlliamo perfettamente i nostri confini terrestri con la Turchia a nord e per quanto riguarda i confini marittimi non c‘è modo di renderli sicuri ma solo di salvare vite umane”.
Sul tema dell’aiuto europeo per il controllo delle frontiere, il ministro greco dell’immigrazione precisa: “Ci dicono che non abbiamo chiesto la protezione civile. Lo abbiamo fatto” ma per chiederlo “dovevamo essere in grado di sapere cosa esattamente chiedere, dovevamo avere l’organizzazione per ricevere gli aiuti. Ora, abbiamo un piano strategico per i cosiddetti hotspot, i centri di registrazione, la ridistribuizione nei campi, siamo in grado di conoscere abbastanza bene le nostre esigenze e abbiamo un meccanismo per la gestione. Tocca all’Europa ora di dimostrare che una tale mossa da parte nostra ha un senso. Voglio dire, che dobbiamo vedere quello che otterremmo da quello che abbiamo chiesto”.
Il ministro greco ammette ritardi nella gestione del flusso di rifugiati, ma ribadisce ritardi anche nella fornitura di macchine Eurodac per la rilevazione delle impronte digitali. “Abbiamo chiesto 100 macchinari Eurodac e ne abbiamo ottenuti solo 42, di cui 12 dalla Germania. Ci dicono che non vogliamo Frontex, è una bugia. A maggio abbiamo chiesto in rinforzo 320 persne, ne sono giunte la metà. Abbiamo chiesto 1600 persone per il piano congiunto di Frontex, non è venuto nessuno”, sottolinea Mouzalas.
Infine, commentando la proposta di Donald Tusk chi ha detto che i migranti dovrebbero essere detenuti per un massimo di 18 mesi, fino a quando non sono completamente identificati, Mouzalas, sostiene che “Non è una proposta dell’Unione europea, non è una posizione dell’Unione europea, è in contrasto con la Convenzione di Ginevra e le Nazioni Unite e anche con il diritto dell’UE e la nostra legislazione nazionale. Se qualcosa del genere accadesse domani, ci sarebbe una battuta d’arresto, una deviazione dall’ Europa dell’Illuminismo come mi piace chiamarla, verso un’altra Europa”.
Fonti: Euronews (3/12) – Euronews (4/12) – Il manifesto
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