La Ministra della Cultura greca, Lina Mendoni, ha inaugurato il 17 ottobre 2024 al Museo dell’Acropoli di Atene la mostra “Civiltà antiche della Basilicata. Tesori ritrovati. XI-VI sec. a.C.”, che sarà aperta al pubblico fino al 26 gennaio 2025. Alla cerimonia dell’inaugurazione hanno partecipato il Direttore Generale del Museo dell’Acropoli, Professore Nikolaos Chr. Stampolidis, la Direttrice dei Musei nazionali di Matera – Direzione regionale Musei nazionali Basilicata, Annamaria Mauro, il Direttore Generale Musei del Ministero della Cultura italiano, Professore Massimo Osanna, il Vice Direttore Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano, Filippo La Rosa, l’Ambasciatore d’Italia in Grecia, Paolo Cuculi, gli Ambasciatori del Vaticano, della Germania e della Croazia e rappresentanti di altre Ambasciate. Inoltre, erano presenti il ​​Presidente e i membri del Consiglio di Amministrazione del Museo dell’Acropoli, personalità del mondo della cultura, del mondo accademico e dell’imprenditoria, nonché della Comunità Italiana ad Atene.

Da sinistra a destra: Filippo La Rosa, Konstantinos Augoustos Rizos (Presidente del Consiglio d’Amministrazione del Museo dell’Acropoli), Paolo Cuculi, Lina Mendoni, Nikolaos Stampolidis, Annamaria Mauro e Massimo Osanna. Fotografia: STUDIO PANOULIS.

La mostra, a cura di Massimo Osanna e Annamaria Mauro, è il frutto della collaborazione di tanti scienziati che da anni cercano di fare luce, attraverso l’archeologia, su una regione posta all’estremità meridionale dell’Italia, la terra dell’Enotria, l’odierna Basilicata, e sulle antiche civiltà che tra la fine dell’Età del Bronzo (XI sec. a.C.) e il VI sec. a.C. ne abitarono l’ampio territorio aperto sul Golfo di Taranto. Attraverso questa mostra che comprende oltre 300 reperti dalle collezioni del Museo nazionale della Siritide, del Museo archeologico nazionale di Metaponto e dei Musei nazionali di Matera, in gran parte conservati nei depositi, e dunque, finora “invisibili” al pubblico, il visitatore potrà conoscere la cultura incontrata dai greci del Peloponneso e dell’antica Grecia insulare nei loro lunghi viaggi per stabilirsi nelle terre d’Italia e in Sicilia, principalmente nel luogo che in seguito fu chiamato Magna Grecia.

L’esposizione, che è parte del progetto “Il racconto della bellezza” che da oltre un anno prevede mostre itineranti presso gli Instituti Italiani di Cultura nel mondo, è stata ampliata nel numero dei reperti esposti e ridisegnata nel suo layout grafico, per approdare, grazie a un accordo di collaborazione con il sostegno dell’Ambasciata d’Italia in Grecia e dell’Istituto Italiano di Cultura di Atene, nella prestigiosa sede del Museo dell’Acropoli di Atene.

Fotografie generali della mostra: Konstantinos Arvanitakis

Durante la conferenza stampa per la presentazione della mostra, tenutasi più presto nella giornata di giovedì 17 ottobre 2024, il Direttore generale Musei del Ministero della Cultura italiano, Professore Massimo Osanna, ha dichiarato che “La mostra narra di uno spazio e di un’epoca caratterizzati dalla continua osmosi e sovrapposizione di tratti culturali; racconta un “paesaggio dell’intreccio”, in cui le relazioni tra Greci e popolazioni locali assumono forme diverse a seconda dei luoghi e dei  tempi, con casi di occupazione territoriale e scontri violenti e altri di più complessa interazione (…)”.

Il Vice Direttore Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale e Direttore Centrale per la promozione della cultura e della lingua italiana, Filippo La Rosa, ha affermato che “Ci fa piacere che l’ambizioso progetto “Il racconto della bellezza”, che suggella la collaborazione tra il Ministero della Cultura e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, concluda il suo viaggio europeo ad Atene, dopo gli Istituti Italiani di Cultura di Amburgo, Varsavia e Budapest (…)”.

Il Direttore generale del Museo dell’Acropoli, Professore Nikolaos Stampolidis, ha commentato che “La mostra comprende soprattutto materiali provenienti dalle sepolture, o, se vogliamo usare termini poetici attraverso i versi di Seferis, comprende “fantasmi e spettri, baci e labbra impastate con la cortina del tempo spalancata”. Attraverso le sepolture, gli oggetti personali offerti da parenti e amici per il grande viaggio verso l’Ade e che ne rivelano credenze e fede religiosa, emergono le vite, i costumi, le relazioni tra queste donne e uomini della prima civiltà della Basilicata (…)”.

Da parte sua, la Direttrice dei Musei nazionali di Matera, Annamaria Mauro, ha sottolineto che “Gli straordinari oggetti in mostra appartengono a corredi maschili e soprattutto femminili che attestano la ricchezza e il ruolo egemone dei personaggi di rango all’interno delle comunità di appartenenza e rivelano i contatti culturali e gli scambi commerciali con le aree trans-adriatica, tirrenica ed egea. In particolare, l’attenzione è rivolta agli Enotri, antico popolo italico che abita dal IX al VI sec. a.C. il territorio meridionale della regione, interessando la fascia costiera ionica e il suo entroterra (…)”.

Fotografie generali della mostra: Konstantinos Arvanitakis

La mostra è aperta al pubblico nella Sala delle Esposizioni Periodiche del Museo dell’Acropoli fino al 26 gennaio 2025 con ingresso gratuito, esibendo il biglietto di entrata libera disponibile presso le biglietterie del Museo.

Nel bookshop del Museo è possibile acquistare il catalogo scientifico in tre lingue (greco moderno, italiano e inglese), edito da “l’Erma” di Bretschneider.

Da martedì 22 ottobre, i visitatori hanno anche la possibilità di prendere parte a visite guidate a cadenza settimanale organizzate dal Museo.

Per tutto il periodo della mostra, l’Istituto Italiano di Cultura di Atene esporrà 20 reperti archeologici provenienti anch’essi dai contesti della Basilicata.

Fonti testo e immagini: Museo dell’Acropoli di Atene (Comunicati stampa in greco e in italiano) e Istituto Italiano di Cultura di Atene.

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