Maria Karamessini, presidente e governatore dell’Agenzia greca per l’occupazionedella manodopera (OAED) e professoressa di Economia del Lavoro e del Benessere presso l’Università Panteion di Atene, ha recentemente accordato un’intervista al giornale settimanale “Epohi”(18/09/2017) nella quale afferma che l’obiettivo primario del governo è quello di ridurre rapidamente il tasso di disoccupazione. Maria Karamessini parla inoltre dei cambiamenti nei programmi di occupazione dell’OAED e dell’obiettivo dell’organizzazione di svolgere un ruolo più attivo nel mercato del lavoro. In conclusione, Karamessini afferma che l’obiettivo di ridurre il tasso di disoccupazione al 20% nel 2018 è un obiettivo fattibile tenendo conto dell’andamento positivo dell’economia greca e del trend al ribasso della disoccupazione.
Vi presentiamo un estratto dell’intervista riportata in versione inglese sul nostro bollettino d’informazione anglofono Greek News Agenda.*
 
Nel suo discorso di poche settimane fa alla Fiera Internazionale di Salonicco, il Primo Ministro Alexis Tsipras ha sottolineato che ridurre la disoccupazione è un obiettivo sociale e politico centrale per un governo di sinistra. È questo obiettivo fattibile?
Il diritto al lavoro e alla piena occupazione è stato sempre una parte importante del progetto politico di sinistra. Soprattutto in Grecia, nel quadro dei memorandum, quando la disoccupazione ha causato la povertà su larga scala, questi temi erano al centro del programma di SYRIZA. All’inizio del primo governo di SYRIZA, la priorità era quella di affrontare la crisi umanitaria e di adottare misure per alleviare l’impatto sulle fasce della società più duramente colpite. Adesso è arrivato in primo piano un secondo obiettivo: quello di ridurre rapidamente la disoccupazione. Con i segnali positivi dell’economia e l’evoluzione favorevole all’occupazione, il governo può adesso fissare obiettivi raggiungibili sui tassi di disoccupazione, cercando anche di affrontare la questione della qualità del lavoro.
Nel corso degli ultimi due anni, il Ministero del Lavoro e l’Agenzia per l’occupazione della manodopera (OAED) hanno fatto il massimo sforzo per frenare la disoccupazione, ma fino a poco tempo fa i risultati non sono stati visibili; e ciò è dovuto al fatto che l’occupazione è determinata principalmente dall’investimento e dalla crescita economica.
Tuttavia, i programmi per l’occupazione possono influenzare questi fattori, in quanto contribuiscono alla creazione di nuovi posti di lavoro intendendo incentivare l’assunzione di specifiche categorie di disoccupati che il mercato non assorbe, o che hanno redditi bassi e maggiori oneri familiari a carico. Per combattere la disoccupazione, la povertà e l’esclusione sociale, non è sufficiente lasciare le cose nelle mani del “pilota automatico” dell’economia.
 
Quali sono finora i risultati di questo sforzo?
Ciò che è veramente impressionante, direi quasi paradossale, è che abbiamo avuto un aumento del 4% nell’occupazione nel periodo 2015-2016, quando l’economia si trovava in fase di stagnazione.
I settori che hanno contribuito maggiormente a questo aumento sono stati quei dei servizi di ristorazione, dell’alloggio, dell’intrattenimento, del commercio, della produzione, della pubblica amministrazione e della salute. L’agricoltura, la costruzione, i servizi di pulizia e il settore finanziario hanno contribuito negativamente all’occupazione.
 
L’opposizione sostiene che l’aumento dell’occupazione è dovuto principalmente all’aumento dell’occupazione a tempo parziale.
Infatti, il 50% dei posti di lavoro inseriti da parte dei datori di lavoro nella banca dati dell’OAED “ERGANI” sono posti a tempo parziale. Non voglio sottovalutare il fenomeno, ma ho una piccola riserva che riguarda la percentuale effettiva per motivi legati al ricorso al lavoro sommerso dato che a volte, per evitare le multe per il lavoro sommerso, i datori di lavoro non dichiarano tutti i posti riducendo così anche i premi assicurativi da pagare. In molte regioni del Paese ne abbiamo discusso con i servizi dell’OAED e con i sindacati, e ci siamo messi d’accordo sull’estensione di questo fenomeno. Inoltre bisogna notare che nel complesso, secondo i dati forniti dall’Autorità ellenica di statistica (ELSTAT), la quota dell’occupazione a tempo parziale è aumentata dal 9,3% nel 2014 al 9,8% nel 2016.
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Quanto sono cambiati i programmi di lavoro dell’OAED rispetto al passato?
I programmi per l’impiego sono gestiti dal Ministero del Lavoro e la viceministra Antonopoulou ha già analizzato i principali cambiamenti che hanno avuto luogo. Una caratteristica notevole è che questi programmi tengono conto della futura vita lavorativa dei partecipanti, in modo da includere la possibilità di formazione. Inoltre, la durata dell’occupazione è stata aumentata da 5 a 8 mesi; ciò significa che i partecipanti hanno successivamente diritto alle prestazioni di disoccupazione, che è molto importante. Questi programmi riguardano anche categorie con difficoltà, come ad esempio persone di una certa età che sono spesso più svantaggiati, o lavoratori con oneri familiari a lungo termine (come le famiglie monoparentali, i genitori con figli che non lavorano, ecc.).
Per quanto riguarda il settore privato, abbiamo modificato significamente i programmi dell’OAED. Innanzitutto, abbiamo messo fine alla pratica che era finora il modello standard. Quindi, in sostanza, il datore di lavoro aveva deciso in anticipo chi avrebbe assunto -molto spesso un amico o un parente- e poi veniva ai servizi al lavoro dell’OAED semplicemente per ottenere i soldi.
Ora, i partecipanti ai regimi di lavoro nel settore privato sono tenuti a rimanere nel registro della disoccupazione per lungo tempo. Inoltre, tutti i datori di lavoro possono accedere al database dell’OAED per cercare e scegliere tra fino a dieci candidati coloro che meglio corrispondono ai requisiti secondo le loro qualificazioni e i CV -senza vedere i dati personali. In seguito i consiglieri di lavoro dell’OAED contattano questi candidati per la fase dell’intervista professionale. Questo funziona anche come incentivo per i disoccupati perchè dal momento che si registrano agli servizi dell’OAED possano essere selezionati dai datori di lavoro.
 
In altre parole, i canali previsti dall’OAED per la ricollocazione dei disoccupati venivano schivati?
Finora, nessuno disoccupato è venuto all’OAED per trovare un posto di lavoro. Le persone in cerca di lavoro si sono rivolti a parenti, amici o conoscenti. Vogliamo dare sempre più ai disoccupati l’opportunità di trovare lavoro attraverso l’OAED e cambiare la loro percezione dell’organizzazione. Il nostro obiettivo è quello di poter offrire sempre più posti vacanti e programmi di lavoro. Chiediamo anche ai datori di lavoro di cercare personale attraverso la banca dati dell’OAED per l’impiego, a condizione che offrono posti vacanti. Questo è un cambiamento radicale nella nostra politica, che deve essere combinato con i cambiamenti organizzativi e richiede molto sforzo per farlo.
 
L’obiettivo di ridurre la disoccupazione al di sotto del 20% nel 2018 è fattibile?
Sì, è possibile. Negli ultimi due anni, con una crescita zero e una moltitudine di incertezze, abbiamo ridotto la disoccupazione dell’1,5% all’anno. Il 2016 si è concluso con un tasso di disoccupazione del 23,5% su base annua. Se quest’anno la crescita raggiungerà l’1,8%, il tasso di disoccupazione probabilmente diminuirà di due punti percentuali o più per poi chiudere al 21,5% su base annua. Secondo questi dati, e basandosi sulle stime per tassi di crescita ancora più alti, l’obiettivo del 20% potrà essere raggiunto nel 2018.
 
 
*Intervista in inglese (tradotta e curata da Ioulia Livaditi) sul bollettino Greek News Agenda con il titolo “Governatore dell’OAED: La riduzione della disoccupazione è una questione di principio per la sinistra” (26 Settembre 2017).
 
Traduzione e adattamento italiano: A.K.

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