Il terzo Congresso Internazionale di Storia Orale, sul tema “Anti- Archivi: Ripensare la storia vista dal basso”, si terrà dal 3 al 5 giugno alla Facoltà di Filosofia dell’Università Aristotele di Salonicco ed al Museo di Cultura Bizantina della città. Il Congresso è organizzato dall’ Università Aristotele di Salonicco, dall’ Associazione di Storia Orale (EPI), dall’ Università di Macedonia, dall’Archivio Storico dei rifugiati e dal Museo della Cultura bizantina di Salonicco. 

 

La “storia vista dal basso” da voce ai gruppi sociali ed alle persone, creando una specie di ‘memoria collettiva’. Allo stesso tempo, si trova un passo dietro alla storia pubblica, basata sui libri e sui documenti ufficiali.

 

Si tratta di uno strumento efficace per la democratizzazione della “storia pubblica” e per la creazione degli “anti-archivi’; questo termine si contrappone ai racconti del discorso storiografico egemonico, legato alla “storia pubblica”, dominante. Dunque, lo scopo della conferenza di Salonicco è, appunto, soprattutto di far riflettere sul se e come la storia orale possa contribuire oggi alla democratizzazione ed il cambiamento sociale.

 

Secondo Riki Van Boeschoten, Professoressa di Antropologia Sociale all’ Università di Tessalia,’ il rapporto tra la storia orale e la storia pubblica è complesso, multidimensionale ed interattivo. A volte, le testimonianze “orali” sfidano apertamente i racconti egemonici della storia pubblica, come quella si esprime nei libri scolastici, gli esposizioni museali o le cerimonie di commemorazione. Altre volte, la storia orale migliora l’immagine della storia pubblica aggiungendo dei dati nuovi, o sollevando nuove domande’. 

 

Per illustrare l’ importanza della storia orale, la Professoressa usa l’ esempio della solidarietà greca ai rifugiati. Secondo lei, “il flusso attuale di rifugiati dalla costa della Turchia alle isole dell’Egeo ha riattivato ai Greci memorie di un corrente di rifugiati dell’Asia Minore del 1922 con lo stesso percorso, ma anche di quello di immigrazione verso l’ Europa occidentale dopo la guerra mondiale. La memoria sembra aver giocato un ruolo importante alla solidarietà che i Greci hanno dimostrato ai profughi  […]”

 

Evidentemente, alcuni dei temi principali della conferenza hanno a che fare con migranti e profughi: la migrazione da e verso la Grecia, la storia e la memoria dei profughi e dei Greci ebraici e l’occupazione turca di Cipro. I partecipanti elaboreranno ancora sui nuovi movimenti sociali, le arti figurative, la musica e la narrazione, i musei, i nuovi media digitali etc.

 

A margine al convegno, si presenteranno progetti artistici, come quello chiamato “tracce umane, da Elefsina a Salonicco” di Marios Spiliopoulos e un evento di narrazione di storie zingare.


Al congresso parteciperanno più di 85 ricercatori e scienziati di diverse discipline, provenienti da tutto il mondo. Esso è dedicato alla memoria di Aliki Kiriakidou- Nestoros, una delle prime ad occuparsi della storia orale presso l’Università Aristotele di Salonicco.

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