La scrittrice greca Rhea Galanaki è stata nominata per il prestigioso Premio Mediterraneo per Stranieri (Prix Méditerranée Étranger) per il suo libro “L’ultima umiliazione“.

Il premio viene assegnato ogni anno ad uno/a scrittore/scrittrice di un paese del Mediterraneo, tradotto in francese. Il vincitore di quest’anno sarà annunciato il prossimo maggio. Nel passato molti illustri scrittori hanno vinto il riconoscimento -tra i quali Orhan Pamuk, Amos Oz, Antonio Tabucchi, Umberto Eco, Arturo Pérez-Reverte ed altri. Il vincitore di quest’anno sarà annunciato il prossimo maggio.

Rhea Galanaki è una delle principali voci della letteratura contemporanea greca, premiata gia’ dal 1987 per le sue opere letterarie, con il premio ‘Nikos Kazantzakis’. Successivamente sono arrivati altri due riconoscimenti nazionali, mentre nel 2006 il premio dei lettori.

Le sue opere, letti ed amati in tutto il mondo, sono state tradotte in diverse lingue (inglese,francese, bulgaro, ceco, olandese, turco, tedesco, spagnolo, italiano, svedese, arabo). In italiano sono stati pubblicati i romanzi “Il secolo dei labirinti” (edizioni Ε/Ο) ed “Elena Nessuno” (edizioni Crocetti).

Il libro premiato, “L’ultima umiliazione”, riflette sulla Grecia della crisi. Prende luogo ad Atene del 2012, in mezzo agli scontri nel centro città. Due professoresse in pensione, amiche da molti anni, abitano in una residenza per anziani in un quartiere di Atene. Le donne discutono sulla povertà, la fame, la miseria, fino a quando decidono di lasciare il loro appartamento e seguire le manifestazioni di piazza Syntagma, al centro di Atene. I protagonisti del romanzo sono quindi le grandi manifestazioni, i disoccupati, gli immigrati, gli anarchici, i senza-tetto, la città “ferita” di Atene. Si tratta, dunque, di un romanzo profondamente politico con riferimenti a tutti quegli eroi “anonimi” che si sono sempre sacrificati senza mai lamentarsi di nulla.

In un’ intervista al bollettino francese GrèceHebdo, Galanaki ha confessato di aver una relazione speciale con la città di Atene: “Atene è la città dove ho vissuto la dittatura durante i miei studi ed alcuni anni più tardi è ancora qui che mi sono trasferita nel 2003. [..]. Così ho conosciuto Atene durante due tempi diversi, ma entrambi segnati dalla violenza, le proteste, la morte e la distruzione. Tuttavia, anche in questo momento difficile Atene conservava ancora la sua incredibile bellezza, che viene fuori anche attraverso immagini brutte, perché anche quelle hanno la loro bellezza. […] È una città che porta un fardello simbolico di rilievo, a prescindere dalla realtà contemporanea: è la città – stato che ha inventato la democrazia e il teatro. E ‘la città (polis), che ha dato la regola antropocentrica delle opere artistiche”.

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