Il museo Bizantino e Cristiano di Atene ospita fino al 19 dicembre 2019 la mostra “40 anni dalla firma del trattato di adesione della Grecia alle Comunità europee” organizzata dal Servizio archivi diplomatici e storici del Ministero degli Affari esteri e la Fondazione “Konstantinos G. Karamanlis”. Il materiale esposto si presenta assai variegato e comprende documenti scritti, fotografie e materiale audiovisivo che ripercorrono gli antefatti (i negoziati e gli incontri tra i rappresentanti greci ed europei) della firma del trattato, avvenuta il 28 maggio 1979 in un’impressionante cerimonia a Palazzo Zappeion, nel cuore del centro ateniese.

La mostra, in gran parte dedicata alla figura emblematica di Konstantinos Karamanlis, mette in rilievo le particolari circostanze e considerazioni degli anni ’70 che hanno accelerato l’adesione della Grecia alle Comunità europee. Un periodo che, occorre notare, è stato anche marcato dalla transizione democratica della Grecia, della Spagna e del Portogallo. Ma la Grecia precederà gli altri due Paesi in questa tornata di adesione “mediterranea” e questo è spesso attribuito, tra l’altro, agli sforzi di K. Karamanlis e al suo investimento personale nel progetto comunitario dagli anni ’50. Gli archivi della Fondazione “Konstantinos G. Karamanlis” e quelli del Ministero degli Affari Esteri offrono informazioni importanti relativi ai protagonisti e ai contorni dell’integrazione europea durante questo periodo (Minotos 2008, Tomai 2006).

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Un contesto storico particolare

Come sottolineato da Eirini Karamouzi, la firma del trattato nel 1979 segnò il culmine di un lungo processo avviato a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, quando la Grecia, nel 1961, fu il primo Paese a ottenere lo status di “Stato associato” (Karamouzi 2017).

Dopo la fine della dittatura dei colonnelli (1967-1974) e la restaurazione  della democrazia parlamentare, il Primo Ministro Konstantinos Karamanlis ha presentato la candidatura per l’adesione della Grecia nel 1975, con l’intenzione di consolidare la posizione del Paese nel quadro geopolitico occidentale. Questa divergenza rispetto al tradizionale attaccamento agli Stati Uniti rappresentava un “multilateralismo” che sarebbe apparso praticamente difficile alcuni anni fa.

L’anno 1979 segna anche la prima manifestazione di una svolta importante nella politica di Andreas Papandreou e dell’opposizione socialdemocratica di PASOK; il partito politico PASOK viene al potere nell’ottobre del 1981 pochi mesi dopo l’adesione ufficiale della Grecia alle Comunità (gennaio 1981), e si adeguerà pienamente alla norma comunitaria a partire dalla metà degli anni ’80 (Nafpliotis 2018).

Da notare che, come osservato da Karamouzi (2017), l’adesione della Grecia alle comunità è stata una tappa fondamentale nella storia dell’integrazione europea; l΄adesione della Grecia, seguita da quella di Spagna e Portogallo segna un cambiamento graduale riguardo alle caratteristiche dei membri delle Communità: non si trattava di economie di mercato e democrazie consolidate, ma di Stati recentemente democratizzati e relativamente meno sviluppati. L’adesione dei 3 Paesi mediterranei era in gran parte dettata da calcoligeopolitici nel contesto della guerra fredda, in una situazione politica instabile all’interno di questi Paesi (Karamouzi 2017, Klapsis 2014).

 

Video: firma del trattato di adesione della Grecia alle CE (Fonte: Comunità europee, 1979)

Testo originale in francese via GrèceHebdo

Traduzione: mo

Cura editoriale: s.d.