Yiannis Psychopedis è nato ad Atene nel 1945. Dopo i suoi studi presso la Scuola di Belle arti di Atene (1963-1968), ha ottenuto una borso di studio dal Servizio Tedesco per lo Scambio Accademico e ha continuato i suoi studi in pittura a Monaco di Baviera (1970-1976). Ha vissuto a Berlino e Bruxelles, prima di ritornare in Grecia nel 1992. Dal 1994 al 2012, Psychopedis ha insegnato alla Scuola di Belle Arti di Atene. Psychopedis era uno dei membri fondatori del gruppo dei ” Giovani realisti greci” (Young Greek Realists) (1971-1973), che promuoveva la pittura figurativa come mezzo di protesta antidittatoriale di e critica sociale.

Le opere esposte nella sua prima mostra personale, nel 1966, rivelano l’atteggiamento politicizzato dell’artista. In questo stesso periodo, le creazioni di Psychopedis testimoniano anche la sua familiarità con l’espressionismo tedesco. Dall’inizio del suo percorso artistico, Psychopedis guardava in faccia, attraverso le sue opere, le contraddizioni e i paradossi del nostro mondo.

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Nella maggior parte del suo lavoro domina uno sguardo di critica sociale perspicace e un commento realistico sui fenomeni sociali, politici e culturali del mondo contemporaneo, con riferimenti alla storia, all’antichità greca, all’arte europea e ai propri ricordi dell’artista. Le copertine delle riviste, i prodotti di consumo, gli eventi accaduti durante la Ditattura dei Colonelli, il ‘’percorso’’ della Sinistra, i simboli dell’emancipazione femminile, le immagini del potere sono temi frequento nei suoi dipinti. Negli anni ’70, appaiono nei suoi dipinti oggetti della vita quotidiana, sedie, scarpe, accostate a oggetti carichi di emozione come cartoline, foto e estratti di giornali.

Per Psychopedis, la pittura è “l’estensione di una mano che cerca di rifare il mondo in un altro modo, per lasciare tracce di magia, forme e sensazioni intorno a noi. La pittura è l’esperienza archetipica per vincere la paura attraverso il gioco, è come un incantesimo che non può annullare ma cerca di superare l’amarezza dell’assurdo che è la vita.

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Testo in francese via GrèceHebdo