Il 17 novembre la Grecia commemora l’anniversario della rivolta studentesca contro la giunta militare che governò il paese dal 1967 al 1974. In effetti, questa ribellione, nota come “la rivolta del Politecnico”, fu la sollevazione popolare più significativa e massiva contro i colonnelli e segnò proprio l’inizio della fine della dittatura in Grecia. Altresì rimarrà per sempre un vivo richiamo per la libertà e la democrazia.

Quarantatré anni fa, di questi giorni, c’erano ad Atene grandi manifestazioni. Sfidando apertamente il regime della giunta militare, i manifestanti, soprattutto studenti universitari ed altri giovani, decisero di protestare per la riduzione dei diritti occupando l’Università Nazionale Tecnica di Atene (Politecnico), nonostante le proibizioni ed i divieti del governo. La mobilitazione studentesca ebbe inizio il 14 novembre 1973 quando gli studenti del Politecnico di Atene entrarono in sciopero.

È da ricordare che la dittatura aveva proibito, tra gli altri, sia le elezioni dei consigli universitari che le associazioni studentesche.

Usando materiale trovato nei locali universitari, gli studenti riuscirono altresì ad improvvisare una stazione radiofonica, leggendaria fino ad oggi per i messaggi trasmessi per tutta la capitale: “Qui Politecnico! Qui Politecnico! Vi parla la stazione radio dei studenti liberi in lotta, dei Greci liberi in lotta”, così come “Pane –istruzione –libertà” e “Abbasso la giunta”!

Attraverso la loro stazione radio, gli studenti invitavano tutta la popolazione a partecipare a manifestazioni di massa. La facoltà diventò allora un polo di attrazione per gli abitanti della capitale che in breve tempo cominciarono a riempire la zona intorno al Politecnico, appoggiando l’occupazione degli studenti e protestando contro la dittatura.

carro armato2 AP

Purtroppo, dopo tre giorni, alle tre di notte del 17 novembre, carri armati furono spediti sugli studenti in rivolta. Gli studenti, arrampicati sui cancelli dell’entrata principale, cercarono di bloccare l’avanzata dei tanks implorando i soldati: “Fermattevi, siamo fratelli”. Quest’ultima supplica si sentiva sia dagli altoparlanti che dalla radio: “Siamo disarmati, siamo disarmati … non potete assassinarci, siamo vostri fratelli, combattiamo per la libertà. Soldati, fratelli nostri, com’è possibile che spariate sui vostri fratelli? Che sia versato sangue greco? Fratelli no …” E poi l’inno nazionale …. interrotto bruscamente dal carro armato che sfondò l’ingresso del Politecnico.

carro armato AP

Seguì una notte di scontri e violenze, durante i quali furono uccisi decine di civili, tutti tra i manifestanti all’esterno dell’edificio, mentre centinaia furono i feriti.

Sebbene la rivolta fosse stata soffocata nel sangue, la reazione generale alla giunta crebbe. Il tragico epilogo della ribellione studentesca stimolò in modo determinante le evoluzioni, portando quindi alla caduta del regime dei colonelli e facendo della lotta degli studenti un punto di riferimento nella storia greca contemporanea.

Politecnico

La rivolta del Politecnico di Atene viene celebrata ogni anno con tre giorni di festeggiamenti. Le manifestazioni in ricordo della gloriosa rivolta degli studenti del 17 novembre 1973 si concludono con il tradizionale corteo verso l’ambasciata degli Stati Uniti nel centro di Atene, una protesta simbolica per il sostegno offerto al regime dei colonelli da parte degli Stati Uniti.

DIECI ARDITI GIOVANI

Dieci arditi giovani partono da Atene, salpa la nave,
vanno in un posto al sole, salpa, salpa la nave.

Son partiti al levar del sole, salpa la nave,
han navigato sul mare azzurro, salpa, salpa la nave.

Occhi neri, ciglia nere, salpa la nave,
e fra le labbra han fiori, salpa, salpa la nave.

Attorno a loro lampi e una spada, salpa la nave,
e una spada li abbatte, salpa, salpa la nave.

Cantavano, ridevano e eran dieci, salpa la nave,
dieci eran quei valorosi, salpa, salpa la nave.

Attorno a loro carri armati e una mitraglia, salpa la nave,
e una mitraglia li falcia, salpa, salpa la nave.

[Canzone di Mikis Theodorakis – Versione italiana di Riccardo Venturi]

 

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