Incontro con Giorgio Piras professore ordinario di Filologia Classica presso il Dipartimento di Scienze dell’Antichitá di ‘La Sapienza’ con l’occasione della pubblicazione del primo volume della rivista The Historical Review of Sparta.
Giorgio Piras si è laureato in Filologia Classica presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” (1995). Ha frequentato i corsi di dottorato di ricerca presso la Scuola Normale Superiore di Pisa (1996-1999), dove successivamente ha ottenuto una borsa di studio post-dottorato, é stato visiting scholar in diverse università (Cambridge, Oxford, École Normale Supérieure, Monaco di Baviera) e nel 2002 ha ottenuto la borsa di studio “Giorgio Pasquali” in lettere classiche. È professore di Filologia Classica all’Università di Roma “La Sapienza” e Honorary Fellow presso l’University College London (Department of History). Dal 1993 è membro di gruppi di ricerca (MIUR, CNR, Università). Dal 2011 è membro della scuola di dottorato “Filologia e storia del mondo antico”. È stato membro del Senato Accademico de La Sapienza ed è attualmente Direttore del Dipartimento di Scienze dell’Antichità. Si è occupato in particolare di critica del testo e del grande erudito e grammatico romano Marco Terenzio Varrone, di umanesimo e rinascimento e di storia degli studi classici. E’ autore di vari volumi sulla storia della letteratura latina.
≥ Frutto della collaborazione tra La Sapienza e l’Istituto di Sparta, il primo volume di ‘The Historical Review of Sparta’, evidenzia e rafforza ancor di piú i legami tra Italia e Grecia. Come nasce l’idea per questa pubblicazione? Perché proprio Sparta?
Il primo volume di The Historical Review of Sparta, pubblicato nel 2022, inaugura la rivista dedicata allo studio dell’antica città di Sparta, delle realtà peloponnesiache e, per estensione, del mondo ellenico classico. L’iniziativa editoriale rappresenta il coronamento della fruttuosa collaborazione tra La Sapienza e l’Institute of Sparta, finalizzata in primo luogo a promuovere lo studio scientifico della polis spartana e alla ripresa delle ricerche su un territorio che, pur cruciale per la ricostruzione moderna del mondo antico, è stato finora meno indagato rispetto ad altre realtà greche, a partire naturalmente da Atene. Auspicabilmente, le esplorazioni e i progetti su Sparta, alcuni in corso e altri in programmazione, potranno restituire un quadro più completo e articolato della città, di cui tuttora sfugge l’esatta topografia antica, unitamente a una lettura più estensiva delle complesse dinamiche socio-politiche interne e della peculiare religiosità e connessa ritualità. Altro scopo della collaborazione incentrata su Sparta, oltre all’interesse per l’approfondimento di uno studio rigoroso del centro antico, è il rafforzamento della pluridecennale cooperazione del Dipartimento di Scienze dell’Antichità della Sapienza con i colleghi delle Università greche e degli enti attivi nel tessuto regionale ellenico, la diffusione della conoscenza di Sparta anche a un pubblico non specialistico, la realizzazione di scambi di professionisti della cultura, ricercatori e studenti, l’implementazione di azioni di formazione rivolte ai più giovani, la progressiva creazione di un gruppo di studiosi afferenti a discipline differenziate che convergono verso un tema comune, ovvero lo studio della polis spartana. Insomma speriamo davvero di dare uno stimolo allo studio di una realtà così importante per il mondo antico come Sparta.
≥ Il mondo continua ad essere colpito da guerre, conflitti, corruzione istituzionale, problemi demografici. Quali sarebbero le lezioni imparate dall’ascesa e la caduta della Sparta antica come potere del mondo greco antico?
La storia di Sparta è segnata da un momento di massima ascesa, come esito alla conclusione della guerra del Peloponneso, cui segue rapidamente la perdita della posizione egemonica acquisita. E’ quindi un esempio emblematico delle alterne sorti della fortuna umana, segnate da una continua ascesa e conseguente rapida caduta. Un monito per tutti che dobbiamo avere sempre presente, anche nella complessa realtà storica attuale. Siamo sempre gli stessi uomini. Va inoltre tenuto presente che la storia di Sparta insegna anche la capacità di resilenza di una polis che, fondata primariamente sulla supremazia militare, è in grado, anche dopo l’apparente declino, di riadattarsi alla nuova congiuntura storica di epoca ellenistica, a differenza di moltre delle altre città greche. La recente rivalutazione delle dinamiche politiche in atto a Sparta nel III e II sec. a.C. mostra infatti l’emergere di figure di spicco per spessore culturale e capacità di applicare riforme antesignane. Basti pensare, a titolo di esempio, alle riforme proposte dal re spartano Cleomene III, tra le quali figurano la cancellazione dei debiti per limitare la crisi economica, un programma di equa redistribuzione delle terre, l’estensione della cittadinanza agli stranieri per far fronte al calo demografico, il ripristino dell’antico sistema educativo spartano, l’agoge, e delle antiche pratiche formative a base religiosa, cadute in disuso e ora reintrodotte. Non casualmente, il re era stato educato alla filosofia stoica da Zenone di Cizico e anche la rilevanza della filosofia nel potere politico costituisce un altro dei punti di forza della ripresa spartana, che insegna l’attitudine ad adattarsi e ‘reinventarsi’, anche con l’introduzione di cambiamenti, a contesti nuovi e in continua evoluzione.
≥ In che modo gli ideali e i valori della civiltá greco romana possano essere applicati alle necessitá e alle sfide di oggi? Esistono delle differenze tra essi, hanno un denominatore comune?
Il patrimonio di pensiero e di cultura che ci viene dal mondo antico greco-latino continua ad essere un sostrato profondo della cultura europea, fondamento di concetti fondamentali come democrazia, libertà, cittadinanza, progresso e tanti altri. Essi sono davvero alla base del mondo moderno occidentale e ne costituiscono l’essenza. Penso ad esempio a tutto il sistema giurisprudenziale. Per molti versi l’antichità greco-latina mostra una unità di concezioni e di riflessioni sul mondo e sull’uomo che deriva da una cultura comune. La filosofia e la letteratura greca hanno costituito il modello a cui si è ispirata la cultura romana, al di là delle differenze linguistiche e di alcune differenziazioni. Si può guardare a quel mondo come unitario e semmai le differenze non stanno tanto tra Grecia e Roma, ma sono dovute ai cambiamenti intervenuti nel corso di oltre un millennio di storia, oppure si riscontrano a livello locale e sociale. Molti romani, e non solo i più colti, leggevano e parlavano il greco. Poi su tutto c’è stato un ulteriore sviluppo di pensiero dovuto al cristianesimo, che pure si è fondato sui valori fondamentali dell’antichità classica e li ha ulteriormente elaborati (penso ad esempio all’evoluzione del concetto di persona e del rapporto tra individuo e stato). Credo ancora oggi siano fondamentali la concezione antica dell’uomo con i suoi limiti, anche nei confronti della natura e della sorte, e un’idea cosmopolita di fratellanza e solidarietà umana che si sviluppa ad un certo punto in età ellenistica. E pure molto caratteristico è il collegamento tra cultura, studio e sviluppo della persona, che può crescere e liberarsi dei vincoli fisici e materiali grazie alla formazione e all’impegno individuale.
≥ Studi classici nell`era moderna: molti caratterizzano il latino e il greco antico come lingue ‘morte’. Qual è l’interesse per gli studi classici in Italia e come si applicano nel mondo odierno di lavoro?
In Italia è ancora molto forte e radicato l’interesse per il greco e il latino, che continuano ad essere insegnati nelle scuole superiori, o almeno in alcune di esse. Ma al di là dell’insegnamento la cultura classica costituisce parte inscindibile del patrimonio culturale e della tradizione italiana. La coscienza di ciò è diffusa, ma tanti non si rendono neanche conto di quanto la nostra società sia permeata dalla cultura classica. Continua a influenzare le nostre vite, e anche gli ambienti e il paesaggio sono il frutto di quei tempi, lontani cronologicamente ma sempre vivi in noi. In ambito lavorativo chi studia le materie classiche è molto ricercato perché notoriamente ha seguito un percorso di studi severo e rigoroso che lo rende molto competitivo anche in settori diversi da quelli umanistici. Chi infatti ha studiato greco e latino da un lato si è cimentato con lingue complesse, dall’altro ha acquisito una coscienza storica che lo rende capace di affrontare situazioni e problemi complicati, arrivando spesso a trovare soluzioni innovative più di chi ha studiato magari materie scientifiche o economiche. Il fenomeno molto rilevante è che questo interesse per il mondo classico si sta diffondendo in paesi che in passato non lo conoscevano. Tra questi è notevole l’attenzione che ha mostrato la Cina: con alcune università cinesi abbiamo anche stipulato degli accordi. Peraltro ormai da diversi anni la disciplina “Classics and Ancient History” di Sapienza è stata riconosciuta come prima al mondo nel prestigioso ranking internazionale QS.
Ne andiamo molto fieri e orgogliosi e questo ha dato una visibilità al nostro Dipartimento di Scienze dell’Antichità, ma anche alle discipline che studiano la classicità a livello mondiale. Consideri che abbiamo aperto un corso di Classics tenuto in inglese che attira sempre più allievi da tutto il mondo. E anche i nuovi corsi archeologici in inglese di Mediterranean Archaeology e Cultural Heritage stanno avendo un interesse crescente. A questi si aggiunge il corso on line di Classical Archaeology che è ormai una realtà consolidata. Le iscrizioni degli studenti a tutti questi corsi, in italiano o in inglese, in presenza o on-line, stanno aumentando in maniera significativa e ci fanno ben sperare per il futuro della conoscenza del mondo classico.
≥ Lei ha particolari progetti internazionali in corso?
Oltre ai vari progetti con Sparta, io personalmente sono membro di un progetto finanziato dallo European Research Council per la edizione con commento dei frammenti degli antiquari romani di età repubblicana ( “Fragments of the Roman Republican Antiquarians” FRRAnt, in collaborazione con la professoressa Valentina Arena, docente allo University College London). Ne avevamo già parlato in passati convegni organizzati a Londra e a Roma (Back to the Future: Varro, the State, and Antiquarianism, 26-27 January 2015, University College London; Reconstructing the Republic: Imperial Citing Practices of Varro, Rome, 22- 23 Sept. 2016) e recentemente a Londra (The Hellenistic World of Roman Republican Antiquarianism, University College London, 2-4 February 2023). Si tratta di un progetto molto ambizioso, di grande valore filologico e specialistico (un’edizione di questi testi non è stata fatta in tempi moderni), che avrà importanti ricadute anche nella ricostruzione della storia del pensiero e della cultura romana di età tardo-repubblicana. L’antiquaria è un ambito importante della cultura antica che ha avuto molta fortuna in età moderna, in particolare durante il Rinascimento.
Lo scorso anno abbiamo pubblicato invece un volume sulla colonizzazione greca che ha visto il contributo di studiosi provenienti da tutto il mondo (Colombi, Camilla; Parisi, Valeria; Dally, Ortwin; Guggisberg, Martin and Piras, Giorgio, Comparing Greek Colonies: Mobility and Settlement Consolidation from Southern Italy to the Black Sea (8th – 6th Century BC). Proceedings of the International Conference (Rome, 7.–9.11.2018), Berlin, Boston: De Gruyter, 2022).
Il Dipartimento di Scienze dell’Antichità di Sapienza è poi coinvolto in numerosissimi progetti di ricerca internazionali, in Europa e nel resto del mondo. I nostri archeologi scavano in molti paesi del Mediterraneo (in Grecia sotto la supervisione della Scuola Archeologica Italiana), ma anche in Africa e in Asia. Tra i tanti cantieri menziono per il suo particolare valore – anche simbolico – lo scavo nella basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, diretto da Francesca Romana Stasolla. Per la prima volta si indaga in maniera sistematica il sottosuolo di quell’edificio, la cui storia risale agli inizi della nostra era ed è stato ed è così importante per la cristianità. Sono comunque numerosissimi i nostri progetti, diversi finanziati nell’ambito di programmi europei (ERC, Marie Curie) e siamo stati recentemente riconosciuti come Dipartimento di eccellenza dal Ministero dell’Università italiano, che ci finanzierà un progetto su la “Persistenza dell’Antico”.
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P.K.