Evanthia Reboutsika è tra le più famose compositrici greche contemporanee. Ha creato musica sia per brani strumentali che per canzoni, ed è particolarmente famosa per le sue colonne sonore originali che sono state utilizzate in film, programmi TV e produzioni teatrali.

Reboutsika è nata a Patrasso e all’età di sei anni ha iniziato a studiare violino al Conservatorio della città natale. Ha continuato gli studi al Conservatorio di Atene e al Conservatorio Nazionale Greco e in seguito a Parigi all’École Normale de Musique. Fin da piccola ha suonato con il fratello e le sorelle in quartetto, facendo tournée in Grecia e all’estero.

Le sue opere sono state riconosciute a livello internazionale, tra gli altri, ai Rome International Movie Awards, ai Cannes Indies Cinema Awards o al London Greek Film Festival. La World Soundtrack Academy le ha conferito il premio “Discovery of the Year 2006” per il film di Çagan Irmak “Babam ve oglum”, che è stato anche premiato dalla Bosphorus University come colonna sonora dell’anno. La colonna sonora che ha composto per “Un tocco di zenzero” [Titolo originale in greco: «Πολίτικη κουζίνα» (2003)] di Tassos Boulmetis ha vinto il Premio Statale al Festival Internazionale del Cinema di Salonicco.

Reboutsika ha creato temi musicali originali, tra gli altri, per il Bicentenario della Guerra d’Indipendenza greca e per l’opera teatrale “The Ellinikon”, mentre insieme alla paroliera Lina Nikolakopoulou ha creato la canzone “Hellenism”, un inno alla Diaspora greca. Le è stato conferito il Leone d’oro dell’Ordine di Alessandria dal Patriarca di Alessandria.

Il suo ultimo progetto si chiama “Gefyres / Ponti Grecia – Israele – Palestina” (con la partecipazione della cantante ladina israeliana Yasmin Levy, della cantautrice palestinese-israeliana Mira Awad e della soprano greca Christina Poulitsi) e trasmette il messaggio di pace e coesistenza attraverso il valore curativo della musica che mira a fungere da ponte tra nazioni e culture.

Evanthia Reboutsika con (da sinistra a destra) Christina Poulitsi, Yasmin Levy e Mira Awad all’Odeon di Erode Attico

Quali sono le sue influenze? Che ruolo ha avuto la Grecia come spazio simbolico di ispirazione? E come si combinano le melodie orientali e occidentali nella sua opera?

Fin da bambina, la mia vita è stata piena di vari tipi di musica, da quando sono cresciuta nel cinema di mio padre, un luogo che riecheggiava le colonne sonore di film da tutto il mondo. Nella sala buia avevamo melodie da tutto il mondo a tenerci compagnia, a casa ascoltavamo mio padre che era un eccellente cantore bizantino, al Conservatorio di Atene ho proseguito i miei studi di musica classica e la nostra vita quotidiana era permeata da tradizioni locali e non solo.

Per secoli, la Grecia è stata una fonte di ispirazione per tutti i popoli del mondo, tanto più per me perché è la mia patria. I miei viaggi mi hanno portato in paesi lontani ma in ognuno di essi ho sempre trovato un linguaggio comune, la musica.

Ho percepito la Grecia ovunque, i suoi colori e suoni, la sua arte e cultura hanno influenzato il mondo intero. L’Occidente e l’Oriente, qualunque siano le loro differenze, rimangono elementi della stessa umanità.

Ha composto diverse colonne sonore per film o per la TV; da dove trae ispirazione per questo tipo di composizioni?

Un momento fugace, un pensiero, una storia che ho letto, un ricordo: tutto questo può fornire ispirazione. Poi le melodie inondano il cuore e diventano note che danno origine a nuove emozioni. Il viaggio dell’ispirazione è unico per ogni persona e potrebbe non riguardare solo l’arte. Entrare in contatto con le persone della Diaspora che hanno cercato nuove case senza dimenticare le proprie radici, le proprie esperienze e le proprie storie, tutte queste sono fonti di ispirazione.

Spesso mi piace creare le mie storie con la mia immaginazione e nasce una melodia per accompagnare ogni storia.

Ha composto la canzone “Hellenism” con il supporto del Segretariato Generale per i Greci all’Estero e per la Diplomazia Pubblica. Qual è il suo rapporto con la Diaspora greca?

Ho sempre avuto emozioni profonde verso i Greci della Diaspora, con cui spesso entro in contatto attraverso i miei viaggi e concerti all’estero. Insieme a Lina Nikolakopoulou, che ha scritto brani unici e le cui parole hanno fatto battere più forte i cuori, abbiamo creato “Hellenism” come un’offerta minima ai Greci all’estero.

Volevamo dare voce alla nostalgia, ai sogni e alle speranze di persone che vivono lontano ma hanno sempre la loro patria nell’anima.

Quali sono le sue opinioni sulla creazione di canzoni greche contemporanee?

Le canzoni sono nostre amiche e, in quanto tali, a volte hanno molto da dirci. Ci sono molte canzoni che vale la pena scoprire in un’epoca in cui la qualità della produzione culturale è spesso bassa.

Ci racconti dei tuoi prossimi progetti.

Ho sempre amato viaggiare, ho detto molte volte che avevo la valigia pronta per i viaggi più inaspettati. Questa volta voglio viaggiare con i “Ponti” della musica in giro per il mondo. L’inizio è stato fatto il 4 ottobre all’Odeon di Erode Attico, con l’obiettivo di utilizzare le melodie per parlare della necessità di stare insieme e sottolineare il valore unificante e curativo della musica.

Articolo originariamente pubblicato su Greek News Agenda.

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