Kalliopi Asargiotaki si è affermata come una delle principali pittrici dell’arte greca contemporanea. La sua arte evocativa e carica di emozioni fonde elementi figurativi, simbolici e metafisici, trasmettendo un senso di rinascita e illuminazione. La sua arte si concentra sull’intimità delle esperienze umane e sull’esplorazione esistenziale. Il suo stile si è evoluto dall’espressionismo fluido alle rappresentazioni meticolose di figure femminili solitarie, evidenziando la sua versatilità come pittrice.

Le linee delicate ed espressive di Asargiotaki e la sua attenzione ai dettagli creano opere d’arte che sembrano intensamente personali ma universali. Le sue narrazioni atemporali e simboliche ricordano l’arte medievale, riecheggiando l’intensità spirituale spesso raffigurata nell’iconografia medievale, sebbene attraverso una lente moderna. La sua arte è profondamente spirituale, esplora temi di esistenza, trascendenza e illuminazione, irradiando una qualità quasi eterea. Le sue figure solitarie, eleganti e affascinanti non sono solo rappresentazioni del corpo, ma rappresentazioni dell’anima, che portano un’aura ultraterrena e incarnano ricerche esistenziali e spirituali.

La sua opera può essere descritta come un dialogo tra il mondo tangibile e l’ineffabile, che risuona con gli spettatori a un livello profondo, quasi mistico, ottenuto attraverso l’interazione di immagini simboliche, ricche texture e tavolozze di colori eterei. Offrendo più di un fascino visivo, la sua arte ci invita a esplorare il nostro io interiore e ad allontanarci momentaneamente dal trambusto della vita quotidiana e a riscoprire la bellezza e la meraviglia che ci circondano.

Woman Landscape/ Donna Paesaggio

Unendo la tradizione artistica con la sofisticatezza moderna e l’estetica contemporanea, le sue abbaglianti figure femminili sono infuse di profondità emotiva ed eleganza visiva. Influenzata dai grandi maestri, dalla moda, dalla Mitologia Scandinava, dalla Pittura Fiamminga, da elementi Vittoriani e Rinascimentali e da simboli pagani, il suo universo onirico cattura lo spettatore e lo trascina in un mondo spirituale in cui occhi malinconici, perle, lacrime e sfere di vetro fungono da veicoli attraverso i quali siamo connessi all’essenza della nostra esistenza.

Kalliopi Asargiotaki è nata a Ierapetra (Creta, Grecia). Ha studiato alla Scuola di Belle Arti di Atene con Giorgos Mavroidis e Ilias Dekoulakos (1979-1983) grazie a una borsa di studio della Fondazione greca di Borse di Studio Statali (“IKY” in greco). Ha proseguito gli studi a Parigi presso l’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts (1985-1986) con una borsa di studio dello Stato francese (CROUS), con Vladimir Veličković. La sua prima mostra personale nel 1989 è stata seguita da undici mostre personali. Le sue opere sono presenti in prestigiose collezioni private e fondazioni d’arte in Grecia e all’estero. Vive e lavora ad Atene.

Kalliopi Asargiotaki racconta alla nostra pubblicazione gemella in inglese Greek News Agenda* il modo in cui la memoria e l’estetica hanno plasmato il suo incantato mondo visivo.

Golden Tears/ Lacrime d’Oro

Costumi impeccabilmente belli, gioielli sorprendenti e figure femminili iconiche raffigurate nei Suoi dipinti alludono al passato. Quali sono i Suoi riferimenti artistici?

Non ci sono influenze o riferimenti specifici nella mia pittura. Mi ispiro all’intera storia dell’arte, ai suoi grandi maestri e agli artisti contemporanei. A seconda del periodo a cui mi riferisco e delle mie ricerche artistiche, anche il design, la moda e l’arte greca antica sono una fonte di ispirazione per me. Ad esempio, il mio corpus di opere intitolato “Desert Rose” ha legami distinti con la Pittura Preraffaellita. Le mie opere si addentrano nei ricordi dei miti e nelle questioni contemporanee.

Le figure oniriche, prevalentemente femminili, raffigurate nelle Sue opere invitano lo spettatore a entrare in contatto con loro. Quali sono i temi che Le interessano come artista e quali emozioni aspira a trasmettere allo spettatore?

La mia pittura è senza dubbio antropocentrica, con un’enfasi particolare sulla figura femminile. Ma se dovessi identificare temi specifici nella mia opera, allora questi sarebbero ritratti, opere erotiche e ricordi personali.

Negli ultimi dieci anni circa, la mia opera è stata dominata dalla donna moderna, raffigurata attraverso elementi iconografici e tecnici. Mi ispiro ai valori pittorici del passato, mentre, allo stesso tempo, dipingo con materiali contemporanei.

Ciò che voglio trasferire nel mio presente pittorico è l’emozione e lo stupore che provo quando vedo i grandi dipinti del passato. Attraverso la mia prospettiva, mi concentro sulle lezioni delle vecchie tecniche e su come possono essere incorporate nel mio approccio contemporaneo alla pittura.

The Dream/ Il Sogno

Qual è il ruolo della memoria e dell’esperienza personale nelle Sue opere?

Dipingo attraverso la memoria e per la memoria. Il mio lavoro è multistrato; concettualmente, tecnicamente e visivamente. Il risultato visivo finale è costituito da più strati di disegno e colori che coesistono nell’opera come strati di memoria.

I ricordi d’infanzia, i cambiamenti nella mia vita personale e nella mia famiglia spesso danno forma al mio soggetto e all’atmosfera circostante. Le mie esperienze personali o esterne sono incorporate nella mia opera, in particolare quelle che risuonano con il mio io interiore, le mie personali ricerche artistiche e i miei processi. Direi che i ricordi del mio universo personale tormentano sottilmente la mia pittura.

Blue Blood/ Sangue Blu

Potrebbe descrivere il Suo procedimento creativo? Che cosa La motiva, quando considera completata una Sua opera?

Non seguo un processo specifico. A volte inizio con un disegno e ci lavoro come bozza o come pezzo autonomo. A volte dipingo direttamente sulla tela. Potrei iniziare con opere su piccola scala e poi lavorarci su larga scala o potrei creare un’opera di grandi dimensioni dall’inizio.

Lavoro instancabilmente al chiuso nel mio studio, con un programma e una disciplina quotidiana. È la pittura stessa che determina il modo in cui lavoro. Creo punti di figure e forme inesistenti. La loro forma finale è plasmata dalla mia memoria e dalla mia immaginazione. Considero un’opera completata quando l’energia che ho investito in essa è esaurita; quando non posso tornarci; quando l’opera stessa non mi consente di intervenire di nuovo nella sua atmosfera.

Le figure raffigurate nelle Sue opere sono incredibilmente belle. Qual è il ruolo della bellezza nell’arte? Pensa che qualcosa di strano o brutto possa essere qualificato come arte?

Non esiste il bello e il brutto nell’arte. L’arte trasforma la realtà in qualcosa di totalmente diverso; l’arte non ha nulla a che fare con la realtà. Ciò che è così unico nella pittura è che trascende la realtà, non puoi vedere il sangue come sangue. Pensiamo alle opere di Goya, Rembrandt, Caravaggio, Bacon…

Per quanto mi riguarda, però, dipingo la bellezza. Aspiro a trasmettere il mondo interiore delle figure, la loro affascinante psiche ed emozioni. I colori che scelgo, i materiali intricati e le carte fatte a mano che utilizzo servono a questo scopo.

Reminiscence/ Reminiscenza

Cosa definisce la Sua opera? Ci sono delle regole nell’arte?

Credo che gli elementi che definiscono la mia opera siano il mio amore per i dettagli e la decorazione, il ritmo del motivo che spesso porta all’astrazione, la trasparenza come veicolo per lo spirituale e l’invisibile dietro il visibile. Se non riesco a trasmettere esteticamente l’aspetto prezioso della realtà, considero di aver fallito. Ogni volta il mio obiettivo è trasmettere qualcosa di speciale nelle forme e nei paesaggi che dipingo.

Nell’arte non ci sono regole; ogni artista crea, se ci riesce, il suo universo. Per quanto mi riguarda, un’opera d’arte serve al suo scopo se è stata creata un’atmosfera in modo tale che l’opera d’arte le appartenga interamente e l’artista non abbia più nulla a che fare con essa.

Cioè, quando c’è un senso di completezza, quando l’opera esiste nel suo mondo autonomo, in cui nemmeno l’artista stesso può intervenire.

Ruby Wine/ Vino Rosso Rubino

Le Sue opere sono parte di un universo atemporale, metafisico e seducente. Come trova questo linguaggio visivo il suo posto nel nostro mondo moderno, effimero e “disincantato”?

Dipingo perché non posso vivere senza dipingere. Allo stesso tempo, sono interessata allo spettatore e al tempo in cui vivo. Attraverso le mie opere aspiro a offrire un senso di preziosità, a ricordarci la magia e l’unicità di un mondo che si muove costantemente nella direzione opposta.

Sento che il mio lavoro è una resistenza alla velocità e alla semplicità della vita quotidiana moderna nel senso che richiede il tempo dello spettatore per vederlo e goderselo. Le mie opere raffigurano la gioia della pittura, il mio coinvolgimento fisico con esse, gli sforzi della mia mano per crearle come opere in corso, contro il banale, il “già pronto” e la fretta dei nostri tempi, come immagini di un tempo che scorre con il suo ritmo, i ritmi del passato.

*Intervista accordata a Dora Trogadi, originariamente pubblicata in inglese su Greek News Agenda.

TAGS: Arte | Personnaggi