Rispondendo alle domande di giornalisti per quanto riguarda la posizione greca e i recenti sviluppi a livello europeo in materia di gestione della crisi profughi/migranti, il portavoce del ministero degli affari esteri K. Koutras spiega :

Ormai tutti riconoscono che le dimensioni dell’attuale crisi migratoria eccedono notevolmente le capacità di gestione di qualsiasi stato, più o meno grande, superando anche il livello europeo e costituendo una crisi mondiale.

È assurdo infatti pensare che si può esistere una soluzione nazionale, greca o altra, o una soluzione sbilenca che pesa solo su alcuni paesi, ad un problema mondiale. Ma sfortunatamente questo è ciò che ci chiedono alcuni.

Inoltre ci sono molti che affermano, oppure partendo da una distanza di sicurezza, che al posto della Grecia avrebbero già pronte tutte le soluzioni, tutte le risposte, tutte le strutture necessarie per far fronte allo tsunami migratorio senza precedenti in Occidente. E ciò che è ancora più tragico è che i critici più intransigenti della Grecia stanno essenzialmente cercando di buttare fuori la pubblicità negativa per quanto riguarda le proprie pratiche.

Purtroppo, mentre questi critici stanno vivendo in una realtà virtuale, la Grecia e il popolo greco stanno affrontando la realtà inesorabile in prima linea, difendendo sia l’Europa che i valori europei, nonostante tutti i possibili difetti e mancanze che sorgono inevitabilmente di fronte ad una crisi di dimensioni terrificanti.

I fatti e i numeri parlano da soli.

Fin dall’inizio, la Grecia ha fatto pressioni mirando a risposte europee ed efficaci al problema dei profughi/migranti.

• ha fatto pressioni già nel maggio – nel corso dell’operazione navale “Sophia” – chiedendo l’aumento dell’attenzione al Mediterraneo orientale dove sarebbero diretti i flussi dei profughi del Mediterraneo centrale.

• ha fatto pressioni anche il luglio scorso chiedendo l’aumento della presenza di personale/navi di Frontex nel Mar Egeo ma la risposta degli Stati-membri dell’UE non era adeguata. La verità è che FRONTEX esiste grazie alla Grecia. A partire dal 2012 sta operando nel paese, sostenendo i servizi greci inizialmente alle nostre frontiere terrestri (a Evros) e successivamente alle frontiere marittime (Poseidon, Isole dell’Egeo), e ora, ancora una volta, alle frontiere terrestre con la FYROM.

• ha fatto pressioni a partire da luglio per l’attivazione di squadre di intervento rapido (RABIT) sulle isole dell’Egeo. Queste squadre erano state attivate con successo nel 2012 alle frontiere terrestri con la Turchia. La richiesta è stata respinta da FRONTEX essenzialmente a causa dell’impossibilità di soddisfare le esigenze.

ha fatto pressioni per il controllo operativo del flusso di rifugiati/migranti e la creazione di hotspot in Turchia come una vera e propria soluzione per la gestione del problema dei profughi e per affrontare il traffico di esseri umani, ma non è stata ascoltata.

• ha fatto pressioni per la conclusione di nuovi accordi e l’attuazione degli accordi di riammissione esistenti, a livello europeo, con l’obiettivo di rinviare gli immigrati clandestini nei loro paesi di origine. I risultati ottenuti dall’UE in questo settore sono piuttosto deprimenti, e lo sanno tutti. Da notare, per esempio, che recentemente il Pakistan ha rifiutato di permettere lo sbarco a Islamabad di 30 dei suoi cittadini da un volo speciale che era stato organizzato con la collaborazione dell’UE.

• ha fatto pressioni per l’invio di almeno 100 dispositivi Eurodac ma ne vennero fornite solo 39. Tuttavia, tutti i nuovi arrivati ​​sono registrati e le loro impronte digitali vengono rilevate sistematicamente.

• infine, ha fatto pressioni per un effettivo meccanismo assicurando la parità di ripartizione degli oneri tra gli Stati membri dell’UE attraverso il reinsediamento. Purtroppo, finora e con pochissime eccezioni il sistema non è riuscito. Le pertinenti decisioni dell’UE al più alto livello non solo non sono soddisfatte, invece è stato annunciato che tali decisioni saranno portate davanti alla Corte europea per impedire la loro attuazione. Chi annuncia questo? Coloro che, scuotendo il dito, chiedono dalla Grecia il rispetto di tutti i suoi obblighi.

Nonostante gli eventuali problemi, omissioni o ritardi, la Grecia intende di rispettare senza alcuna eccezione tutti i suoi obblighi. Pertanto esige che gli altri facciano lo stesso. Tocca quindi all’Unione europea di applicare lo stesso a tutti e condividere il peso.

Anche se ci sono alcuni che screditano il principio di solidarietà europea, la Grecia insiste e continuerà ad insistere sui principi europei. E mentre sulla Grecia ricade gran parte del peso della crisi dei rifugiati, che è stata causata innanzitutto da decisioni sbagliate degli altri, il nostro paese rimane un fattore di stabilità e di valori, situato al centro di un triangolo di instabilità formato da Ucraina, Libia e Siria.

La Grecia sostiene che il controllo efficace delle frontiere esterne dell’Europa e la gestione coordinata di tutti i rifugiati/migranti che comprende la registrazione, l’identificazione e il trattamento umanitario costituiscono l’unico modo per salvaguardare l’acquis di Schengen come un’unione di sicurezza, solidarietà e libertà.

E se ci sono alcuni che – per i loro motivi – criticano l’atteggiamento umano della Grecia e dei suoi abitanti nei confronti dei profughi e migranti, noi insistiamo sul rispetto del diritto internazionale e umanitario. La Grecia sottolinea che il rispetto dei valori europei non è negoziabile.

 

Fonte: Ministero degli Esteri.

TAGS: Mondo | Questioni Nazionali | UE