Le isole di Furni (in greco: Φούρνοι Κορσέων, Fournoi Korséon) sono un arcipelago di piccole isole greche nel Mar Egeo, tra quelle di Icaria, di Samo e di Patmo; Furni è anche il nome dell’isola principale e dal punto di vista amministrativo l’arcipelago costituisce un comune della periferia dell’Egeo Settentrionale (unità periferica di Icaria).
Una piccola isola di lunga storia, Furni, sono pieni di antichi reperti dell’era ionica, dell’epoca classica ed ellenistica: mura ciclopiche con tracce di una cittadella sulla collina di San Giorgio, resti di un antico tempio a Kamari e rovine di case in fondo al mare, un altare di culto di Poseidone nella Santissima Trinità di Crisomilia, un’antica cava a Petrokopio. Base ideale per i pirati del medioevo, grazie alle centinaia di piccoli fiordi e alle coste invisibili dove si nascondevano le loro navi, i Furni erano un tempo chiamate “Isole Korséon” (dai corsari/pirati).
La sesta missione della ricerca archeologica subacquea dell’Eforato delle Antichità Marine nell’arcipelago di Furni si è concentrata sullo studio e sulla documentazione di un naufragio del primo periodo bizantino.
Il relitto si trovava nei pressi di Capo Fygú (Aspros Kavos), a nord dell’insediamento Kamari, sulla costa orientale di Furni, su un fondale scosceso e sabbioso ad una profondità di 43-48 metri, in una delle zone più ripide e inaccessibili, che risente di forti venti durante la maggior parte dell’anno.
Su un totale di 58 relitti rintracciati nell’arcipelago di Furni, il sopramenzionato relitto è stato selezionato come il più interesante dal punto di vista scientifico, sia per la sua integrità, sia per il suo carico eterogeneo composto da sei diversi tipi di anfore della regione della Crimea e Heráklia del Ponto del Mar Nero. Esiste anche un carico aggiuntivo di ceramiche da tavola, provenienti dall’area di Focea a nell’Asia centrale nord-occidentale
Sono state scoperte circa 15 anfore sepolte, tra cui un tipo di anfora attribuito alla città di Sinope, sul Mar Nero, un certo numero di vasellame da tavola e pezzi di legno, attribuiti allo scheletro della nave.
Particolarmente illuminanti sono state le ceramiche da tavola trovate per la accurata cronologia di questo naufragio, che oggi può essere datato tra gli anni 480 e 520 d.C., probabilmente durante gli anni dell’imperatore Anastasio I. (491 – 518 d.C.) , della dinastia dei Leoni, noto dalle fonti storiografiche principalmente per le sue riforme fiscali e monetarie, che rafforzarono le casse dello Stato e permisero la politica espansionistica degli imperatori del VI secolo.
La ricerca è stata effettuata da uno staff di 25 subacquei di diverse specializzazioni (archeologi, architetti, ambientalisti, subacquei professionisti, fotografi, registi, studenti universitari e laureati). Nell’ambito della ricerca sono state effettuate in totale 292 immersioni individuali, che corrispondono a circa 220 ore di lavoro sul fondale. I dati di ricerca raccolti sono considerati estremamente importanti per l’organizzazione dello scavo sistematico del relitto nel prossimo futuro.
Inoltre, sono state intraprese azioni di documentazione di altri naufragi a Furni, nell’ambito del Programma Europeo di Cooperazione Transfrontaliera Interreg VA Grecia – Cipro 2014-2020, “Diving Routes in Marine Protected Areas of the Eastern Mediterranean – Development of Diving Tourism Network”.
Fonte testo e fotografie
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PK