Lavrio, una città situata nella parte sud-orientale dell’Attica, in Grecia, è stata fin dall’antichità una regione legata alle attività minerarie. La città fu famosa nell’antichità classica per le sue miniere d’argento, conosciute fin dall’età del bronzo e riscoperte agli inizi del V secolo a. C. L’argento metallico era usato soprattutto per il conio delle monete. Tuttavia, la fine dell’età classica segnala anche l’inizio di un lungo periodo di mancato interesse nei confronti delle attività minerarie. Quindi, il sottosuolo geologico di Lavrion attirerà di nuovo l’interesse nel XIX secolo.
Infatti, fin dai primi anni di esistenza dello Stato greco moderno (dal 1830 in poi), si notano iniziative di sfruttamento del sottosuolo geologico della Grecia. Lavrion, dato che la superficie della regione conteneva già grandi quantità di scorie, è ovviamente uno dei primi siti considerati.
A seguito di una legislazione favorevole, prende forma un’iniziativa privata dell’italiano Giovanni Battista (Giambattista) Serpieri, che aveva già un’esperienza simile nelle miniere in Sardegna. Serpieri collaborò con vari investitori e così nel 1864, nacque la compagnia italofrancese Roux-Serpieri-Fraissinet C.E.
Il caso del Laurio (i “Lavreotikà’’)
Il successo e la profittabilità della compagnia non significava però la calma. Nel 1870 ebbe luogo la famosa disputa legale tra la società e lo Stato greco riguardante i diritti di sfruttamento degli ekvolades, ossia delle enormi quantità di residui ricchi di zinco, trascurati dagli antichi durante i processi di estrazione e lavorazione perché ritenuti di inferiore qualità.
Questa disputa legale segnò l’inizio del cosiddetto “caso del Laurio” (“Lavreotikà”) che coinvolse anche le delegazioni diplomatiche francesi e italiane, le quali presero posizione a favore della compagnia. Questa crisi portò alla creazione, nel 1873, di una nuova società, “La società mineraria ellenica’’, costituita da capitali dalla diaspora greca (con la partecipazione di Andreas Syggros come principale investitore, e di Serpieri come esperto tecnico). Il valore di borsa della nuova società è stato spinto, sollevando la prima bolla speculativa in Grecia, ma molto presto il potenziale della compagnia si mostrò scarso, causando un drammatico crollo finanziario e un’inevitabile crisi politica.
Il “caso del Laurio” non comportò la fine dell’interesse per le attività minerarie nella regione. Durante l’ultimo quarto dell’ Ottocento, si registrano diversi investimenti (greci e francesi) e la creazione di nuove società minerarie, che saranno poi gradualmente assorbite da due grandi compagnie, la Compagnia greca e poi la Compania francese di miniere di Lavrio (CFML). La CFML, fondata da Serpieri a Parigi nel 1875, ebbe una rapida espansione tecnologica ed economica fino all’inizio del Novecento. La prima guerra mondiale e l’instabilità del mercato mondiale nel periodo tra le due guerre diedero l’avvio a un lungo declino della società, che cessò le sue attività definitivamente nel 1982.
Con lo crescita delle attività minerarie, Lavrion era diventato un importante centro operaio. La sua popolazione lavorativa proveniva da migrazioni (interne o esterne, temporanee o permanenti). La popolazione di Lavrion è passata da 2.338 a 18.810 di abitanti nel 1907 (Orfanou 2002). Lavrion è stato il primo tentativo di creare una “città aziendale” in Grecia. Inevitabilmente, durante il funzionamento dell’economia mineraria, la città di Lavrio fu teatro di molti scioperi e lotte sindacali.
Plurietnicità, istruzione e lingue straniere
Dai primi anni della sua esistenza, la città operaia di Lavrion aveva un carattere multietnico. Non solo per la struttura multinazionale del capitale investito nella regione, ma anche per le diverse origini delle migliaia di persone che ci sono arrivate a lavorare.
Questa coesistenza multietnica creò un ambiente multilinguistico con diverse esigenze di istruzione multilingue. Di conseguenza, nella regione esistevano ed erano attive: 4 scuole gestite dalla Compagnia francese di miniere di Lavrio, 7 scuole pubbliche e 2 altre private. In queste scuole studiavano allievi provenienti da famiglie greche, francesi, spagnole e italiane, di diversa confessione religiosa e estrazione sociale. Da notare che una di queste scuole chiamata “Serpieri”, quella della comunità italiana, sembra essere stata finanziata dallo Stato italiano.
Lo storico complesso industriale della società, per iniziativa del Politecnico di Atene nel 1992, è trasformato oggi in un parco tecnologico e culturale.
Traduzione dal francese: mo
Cura editoriale: sd
Testo originale in francese via il nostro bolletino GrèceHebdo