A venticinque anni dalla scomparsa della fotografa Elli Suyiútzoglu-Seraidári (1899-1998), il Museo Benaki, custode della sua preziosa opera dal 1984, rende omaggio e, con forte senso di responsabilità, organizza la sua mostra retrospettiva e ripresenta questa grande personalitá la creatrice al pubblico di oggi (23/02 – 23/07/2023).
Concentrandosi sulle tre città in cui ha formato il suo sguardo fotografico, si tenta di presentare il suo lavoro multidimensionale dal periodo del suo apprendistato a Dresda nei primi anni ’20, il suo arrivo ad Atene e la sua presenza dinamica negli eventi fotografici della città fino al 1966 quando andò in pensione dopo ventisette anni di instancabile lavoro a New York. La divisione del suo lavoro in sottosezioni riflette la ricca tematica delle sue fotografie scattate in un arco di tempo di quasi mezzo secolo.
Nelle foto conosciute dalle loro molteplici pubblicazioni in passato sono aggiunte nuove, sconosciute fino ad oggi, nel tentativo di rappresentare le diverse tendenze estetiche che ha adottato e le numerose tecniche, di fotografia in bianco e nero e a colori, con cui ha sperimentato. La mostra è accompagnata da riviste, manifesti e cartoline, che contribuiscono alla comprensione dell’uso delle sue fotografie nel suo tempo, da materiale cinematografico raro e campioni dell’attrezzatura fotografica utilizzata in Grecia e in America. L’organizzazione della mostra retrospettiva di Nelly coincide con i cinquant’anni di attività dell’Archivio fotografico del Museo Benaki ed è dedicata ad Emilia Gerulánu e ad Anghelos Delivorrias.
Essenzialmente una rifugiata, la fotografa greca ha catturato ritratti di rifugiati e personaggi importanti del suo tempo, come Kostis Palamas ed Eleftherios Venizelos. Un posto speciale nel suo lavoro è occupato dalle fotografie di nudo o seminudo nell’Acropoli di Mona Paeva, prima ballerina dell’Opéra Comique, che provocarono scandalo nella società del periodo interbellico quando furono pubblicate nel 1929, sulla rivista francese ‘Illustration’.
Nelly
Di influenza fotografica – inizialmente – tedesca, il lavoro di Nelly dall’Asia Minore è caratterizzato da mobilità e libertà, proprio come la sua stessa vita. È nata ad Aydin, ma ha ricevuto la sua prima educazione a Smirne, dove la sua famiglia si è stabilita dopo la distruzione di Aydin. Anche se si è trasferita a Dresda con il fratello per studiare pittura, alla fine è stata conquistata dalla fotografia, alla quale si è rivolta avendo i maestri tedeschi, Hugo Erfurth e Franz Fiedler, da cui ha acquisito la tecnica pittorialista e l’estetica classica.
Il suo stabilimento ad Atene nel 1924, dove aprì uno studio fotografico in via Ermú, la orienterà verso un trattamento greco-centrico e più conservatore dell’argomento. Il ritratto, in cui si eserciterà durante il suo viaggio fotografico in Grecia e in America, gioca un ruolo importantissimo nella rappresentazione della società ateniese del periodo tra le due guerre, nonché nella creazione di un importante archivio della diaspora greca.
Dal 1927, Nelly’s ha girato la campagna greca documentando il panorama della Grecia durante il periodo interbellico. Greca della diaspora, compone fotograficamente una Grecia “idilliaca”. Attraverso le pubblicazioni turistiche ufficiali che sono state rilasciate con le sue foto all’estero, si sono formate le prime basi-simboli visivi della “filosofia turistica” greca.
I monumenti ei tesori archeologici sono stati sistematicamente catturati da Nelly: gli esperimenti con la luce naturale e la cattura degli antichi templi nel loro rapporto inter-monumentale rimandano agli scatti del fotografo anch’egli tedesco e allievo di Erfurth, Walter Hege. Le fotografie di danze (1923-1929) in Germania, ma soprattutto quelle all’Acropoli, si distinguono per la loro coerenza tematica e la mettono in luce come una delle principali fotografe di danza del periodo tra le due guerre.
Era più attratta dall’Acropoli e dai paesani delle campagne: pescatori, ragazze di campagna che non avevano mai sognato di farsi fotografare. I suoi studi sul paesaggio greco sono stati così notevoli che è stata ufficialmente nominata fotografa del Ministero del Turismo.
Rifiuta la fotografia del status quo e delle persone che posano impassibili davanti alla macchina fotografica cercando di sembrare qualcosa di diverso da quello che sono. Personaggi noti della società greca hanno posato per la sua lente fotografica, persino regine.
Fotografò le celebrazioni delfiche di Sikelianos e di sua moglie Eva Palmer nel 1927 ed esclusivamente nel 1930, mentre nel 1936 si recò a Berlino per assistere ai Giochi Olimpici, ai quali partecipò il fratello del marito Anghelos Seraidáris.
In America, dove si stabilisce e rimane per circa 25 anni, aggiungerà al panorama delle sue tematiche la pubblicità e la fotografia a colori, nonché il fotogiornalismo (Easter Parade – strade di New York), senza però riuscire a inserirsi nelle tendenze della fotografia americana dell’epoca.
Nel 1966, tornata definitivamente in Grecia, vive con il marito Anghelos Seraidáris a Nea Smyrni, un quartiere ateniese, trasformando il suo appartamento in un museo fotografico. Nel 1989 ha pubblicato la sua autobiografia e ha donato la maggior parte del suo lavoro al Museo Benaki. È stata insignita dell’Ordine della Fenice, con un premio dell’Accademia di Atene, mentre ha pubblicato diversi album con le sue foto e ha presentato il suo lavoro in numerose mostre.
Dopo un secolo di intensa presenza fotografica Nelly muore ad Atene, lasciando in eredità alla storia della fotografia greca un’opera complessa, esemplare per i giovani fotografi, sia per il suo valore artistico che documentario.
Fonti testo
Ulteriori fonti
Fonte immagini
Da rileggere su Punto Grecia
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P.K.
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