Una delle città medievali meglio conservate d’Europa si trova a Rodi, la più grande isola del Dodecaneso, nel sud-est della Grecia. Dotata di un’architettura imponente e di un ricco patrimonio, la capitale di Rodi testimonia una magnifica storia nell’arco el tempo. Grazie al suo valore universale e alla sua autenticità, la città medievale di Rodi è stata iscritta nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 1988.
L’isola di Rodi è stata abitata fin dall’era neolitica; fa parte della civiltà minoica, poi micenea, poi occupata dai Dori, che stabilirono sull’isola tre comunità distinte. Nel periodo classico fece parte della Lega di Delos, ma se ne allontanò gradualmente. Nel 408 a.C. le comunità delle città di Lindos, Ialyssos e Kamiros si unirono e fondarono la città di Rodi che fu costruita secondo i piani dell’urbanista Ippodamo di Mileto.
L’isola divenne parte dell’impero di Alessandro, ma in seguito ottenne l’autonomia durante l’epoca ellenistica. La città di Rodi si sviluppò in un centro marittimo, commerciale e culturale, famoso, tra le altre cose, per una statua del dio del sole Helios che rimase lì per 66 anni: il leggendario Colosso di Rodi, una delle sette meraviglie del mondo antico. In epoca romana l’isola rinunciò definitivamente alla propria indipendenza e divenne in seguito capoluogo della provincia romana delle Isole. Poi, come parte dell’Impero Romano d’Oriente, rimase un centro marittimo e commerciale, ma subì anche una serie di attacchi e fu nel tempo occupata da diverse forze straniere (persiani, arabi, turchi e genovesi).
Tuttavia, le forze che probabilmente lasciarono il segno sull’isola, in particolare sulla città di Rodi, più di ogni altra, furono quelle dell’Ordine dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, chiamato anche Ordine degli Ospitalieri e – soprattutto in Grecia – come “i Cavalieri di Rodi”, che occuparono l’isola dal 1309 al 1523 dopo aver perso Acri, la loro ultima roccaforte in Palestina nel 1291. Trasformarono la capitale dell’isola in una città fortificata capace di resistere ad assedi terribili come quello del Sultano d’Egitto nel 1444 e quella di Mehmet II nel 1480. Rodi cadde infine nel 1522 dopo un assedio di sei mesi guidato da Solimano il Magnifico.
Dopo quattro secoli di dominio ottomano, Rodi fu conquistata dagli italiani nel 1912, durante la guerra italo-turca; Dal 1929 hanno realizzato importanti lavori di conservazione di fortificazioni e monumenti. Le isole del Dodecaneso, inclusa Rodi, furono infine cedute alla Grecia dal trattato di pace del 1947. Nel 1960, la città vecchia di Rodi fu ufficialmente designata come monumento del patrimonio culturale dal Ministero della Cultura greco e i lavori di restauro iniziarono sotto gli auspici del ministero. Nel 1988 la città medievale è stata inserita nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO. Inoltre, Rodi è membro dell’Organizzazione delle Città Patrimonio dell’Umanità sin dalla sua fondazione nel 1993.
Circondato da una cinta muraria lunga 4 km, il borgo medievale è diviso tra città alta a nord e città bassa a sud/sudovest. Originariamente separata dalla città bassa da una cinta muraria fortificata, la città alta fu interamente costruita dai Cavalieri. L’Ordine era organizzato in sette “lingue”, ciascuna con la propria sede o “locanda”. Gli ostelli delle lingue di Italia, Francia, Spagna e Provenza erano distribuiti su ciascun lato del principale asse est-ovest della città, la famosa via dei Cavalieri, una delle testimonianze più eccezionali dell’urbanistica gotica. Verso nord, vicino al sito del primo ospizio dei Cavalieri, si trova la Locanda dell’Auvergne, la cui facciata è decorata con lo stemma di Guy de Blanchefort, Gran Maestro dal 1512 al 1513. L’ospizio originariamente costruito fu sostituito nel XV secolo dal Grand Hospital, costruito tra il 1440 e il 1489, sul lato sud della via dei Cavalieri. L’edificio più imponente della zona è il maestoso Palazzo del Gran Maestro, sul punto più alto della cittadella a nord. Sfortunatamente, il palazzo originale fu in gran parte rovinato da un’esplosione nel 1856; l’edificio superstite risale in gran parte ad una ricostruzione del 1937-1940 ad opera dell’architetto italiano Vittorio Mesturino.
La città bassa è densamente popolata di edifici quasi quanto la città alta. Nel 1522, con una popolazione di 5.000 abitanti, contava numerose chiese, alcune di origine bizantina. Nel corso degli anni in questa zona a sud/sud-ovest della città sono aumentati il numero di palazzi e fondazioni di beneficenza: il tribunale commerciale, l’arcivescovado, l’ospizio di Santa Caterina e molti altri.
La storia e lo sviluppo della città, fino al 1912, portarono all’aggiunta di preziosi monumenti islamici come moschee, terme e case. Dopo il 1523, la maggior parte delle chiese furono trasformate in moschee come la Moschea Solimano, Kavakli Mestchiti, Demirli Djami, Peial ed Din Djami, Abdul Djelil Djami e Dolapli Mestchiti.
La cinta muraria medievale, costruita in parte sulle fondamenta della cinta bizantina l’enceinte byzantine, fu costantemente mantenuta e ricostruita tra il XIV e il XVI secolo, sotto i Gran Maestri. L’aggiunta delle postazioni di tiro dell’artiglieria completò l’opera. All’inizio del XVI secolo, nel settore della Porta d’Amboise, costruito all’angolo nord-ovest nel 1512, la cortina muraria aveva uno spessore di 12 metri con un parapetto di 4 metri forato da idranti. Nel tardo Medioevo le fortificazioni di Rodi esercitarono una certa influenza in tutto il bacino del Mediterraneo orientale.
La città medievale di Rodi è un importante esempio di complesso architettonico con i suoi edifici franchi e ottomani che illustrano un periodo storico significativo. Rodi è uno dei complessi urbani più belli dell’epoca gotica. Il fatto che questa cittadina medievale si trovi su un’isola del Mar Egeo, sul sito di un’antica città greca, non può che aumentarne l’interesse. Da notare che il filo della storia non si interrompe nel 1523 ma continua fino al 1912 con monumenti islamici di un certo valore, moschee, bagni e case.
È chiaro che la città medievale di Rodi conserva il carattere architettonico e l’organizzazione urbana di una città medievale, nonché i materiali da costruzione originali. Le modifiche apportate alle fortificazioni e ai monumenti della città durante il periodo ottomano non hanno alterato in alcun modo il carattere dell’insediamento storico e costituiscono una testimonianza unica ed integrale della stratificazione storica del bene. L’occupazione italiana dopo il 1912 lasciò una forte impronta nel paesaggio urbano di Rodi con la ricostruzione di alcuni importanti edifici. Deve però essere considerata come parte integrante della storia urbana di Rodi. È proprio per queste caratteristiche che il centro storico di Rodi è stato inserito nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
Monumenti ottomani ed ebraici
La Moschea Süleymaniye o Moschea Solimano, costruita dopo la conquista ottomana tra il 1540 e il 1541, è un imponente edificio che, con il suo distinto colore rosa e l’alto minareto, è un punto di riferimento della città. Restaurata negli anni ’90 e 2000, la moschea ospita mostre culturali dal 2005. Nella città vecchia di Rodi si trovano anche la Moschea Mustafa Pasha e i bagni turchi costruiti nel XVI secolo. Sono in corso lavori di restauro presso il palazzo Hassan Bey, la moschea Recep Pasha e il cimitero Murat Reis.
Anche la sinagoga Kahal Shalom, costruita nel XVI secolo, e il quartiere ebraico segnano il ricco patrimonio della città vecchia di Rodi. Da notare che la comunità ebraica composta da romanioti esisteva sull’isola di Rodi fin dall’antichità; per questo motivo i cavalieri dell’ordine di San Giovanni diedero al muro che circondava la parte orientale della fortezza il nome di “muro degli ebrei’’. Negli anni ’30 a Rodi c’erano sei sinagoghe e una popolazione ebraica di circa 4.000 abitanti, ma dopo la deportazione degli ebrei dell’isola in Polonia nel 1944 l’ultima pagina della presenza ebraica sull’isola sembrò essere definitivamente girata.
Rodi, una destinazione tutto l’anno
L’isola però non si ferma alla sua capitale. In tutta l’isola di Rodi ci sono monumenti e luoghi da visitare. La città ellenistica di Kamiros, l’antica città di Lindos con la sua Acropoli che ricorda il paesaggio delle Cicladi, l’antica città di Ialyssos e il parco naturale della Valle delle Farfalle sono molto apprezzati dai visitatori. Grazie al suo ricco patrimonio, al suo interesse storico e architettonico ma anche grazie alle sue impressionanti spiagge e alla sua natura straordinaria, l’isola di Rodi è una destinazione privilegiata tutto l’anno.
Testo originale in francese via Grèce Hebdo
Da rileggere su Punto Grecia
#PatrimonioUnesco l Monte Athos – Stato Monastico Autonomo del Monte Athos
#PatrimonioUnesco l Il sito archeologico di Olimpia (1989)
#PatrimonioUnesco l Il sito archeologico di Aigai (Vergina) 1996
#PatrimonioUnesco l Il Tempio di Apollo Epicurio a Bassae (1986)
#PatrimonioUnesco l La Città vecchia di Corfù (2007)
#PatrimonioUnesco l Il Pythagoreion e l’Heraion di Samo (1992)
#PatrimonioUnesco l I siti archeologici di Micene e Tirinto (1999)
#PatrimonioUnesco l I monumenti paleocristiani e bizantini di Salonicco
#PatrimonioUnesco l Filippi: una “piccola Roma” in Macedonia #PatrimonioUnesco l Mistrà: il canto del cigno della cultura bizantina
Enogastronomia dell’isola di Rodi
TAGS: #archeologia | #castello | #cittamedievale | #Dodecaneso | #isolegreche | #patrimoniounesco | #Rodi | #storia