Nuove ricerche archeologiche al largo dell’isola
La nuova missione archeologica marina che sta operando sul sito del naufragio dell’imbarcazione che ha restituito il meccanismo di Antikythera, denominata come ‘Epistrofì sta Antikythira’ (Ritorno ad Antikythera) mira a servirsi di un nuovo e rivoluzionario apparato di ricerca subacquea per esplorare ulteriormente i fondali del naufragio.Essa è organizzata dalla Sovrintendenza greca delle Antichità marine e dall’Istituto Oceanografico del Massachusetts (Usa) nella zona dove oltre 2.000 anni fa – tra il 60 e il 50 a.C. – naufragò una nave carica di opere d’arte tra cui la nota statua di Efebo datata fra il 340-330 a.C. e una Testa di Filosofo che risalirebbe al 241 a.C.
Il meccanismo di Antikythera, forse il più antico calcolatore del mondo, datato al II secolo d.C., venne scoperto da alcuni pescatori di spugne al largo di un’isola nel mar Egeo nel 1900. Il meccanismo è piuttosto complesso: presenta fino a 40 ingranaggi in bronzo ed era utilizzato dagli antichi permonitorare i cicli del sistema solare. Da allora ci sono voluti più di 1500 anni perché venisse realizzato un orologio astronomico altrettanto sofisticato.
Gli archeologi intendono, ora, tornare ad esplorare il relitto che conteneva questo misterioso e complesso meccanismo, servendosi di uno scafandro che permetterà loro di raggiungere, in tutta sicurezza, una profondità doppia rispetto a quella alla quale abitualmente si immergono. Lo scafandro è molto simile ad una tuta spaziale e permette di arrivare fino a150 metri di profondità. Gli archeologi ritengono che vi siano altri reperti in attesa di essere recuperati dal relitto. Finora avevano potuto operare solo fino a 60 metri di profondità.
Il meccanismo di Antikythera è stato rinvenuto assieme ad una spettacolare statua di bronzoraffigurante un giovane. Forse la nave affondata in questo luogo trasportava un ricco bottino di guerra diretto a Roma. Il Responsabile della Direzione per le Antichità Sommerse greche, Angeliki Simosi ritiene che vi siano i presupposti per il ritrovamento di altri importanti oggetti trasportati dalla nave naufragata. In particolare gli archeologi sperano di poter confermare la presenza, sui fondali dell’Egeo, di una seconda nave, situata a 250 metri di distanza dal sito del relitto di Antikythera.