Il teatro del periodo ellenistico della città antica Akragas è stato trovato all’inizio di questo mese, dopo una campagna di scavi iniziata qualche mese fa. Il teatro era stato considerato “il grande assente” della Valle dei Templi, ad Agrigento, Sicilia.
Per più di un secolo gli archeologi hanno cercato, ma non sono riusciti a trovare, malgrado altri scavi svolti negli anni ‘70 e ’80, il teatro leggendario che si dice di essere sepolto sotto i resti di Akragas, una città fondata dai coloni greci sei secoli avanti Cristo, sulla costa meridionale della Sicilia. Gli scavi attuali si svolgono dal team archeologico del Politecnico di Bari e l’ Università di Catania.
Secondo il sindaco di Agrigento (il nome italiano di Akragas), Lillo Firetto, non ce ne sono più dubbi, siccome esiste già la conferma dagli archeologi. Il sindaco aspira a poter far includere questo importante monumento fra i siti Unesco.
Il teatro si estende a semicerchio con un diametro di oltre 100 metri ed è rivolto verso la Valle e il mare. Continuano ad emergere i resti di maschere teatrali, di conchiglie usate come monili, di monete etc. Il teatro comunicava con l’Agorà retrostante attraverso accessi -uno dei quali è stato identificato.
Dal punto di vista cronologico, ancora si possono estrare delle indicazioni generali. Secondo una prima analisi della ceramica trovata, il teatro sembra datarsi dal terzo secolo, mentre per dati più specifici, ci si vogliono ancora altri materiali. Da notare qua che il terzo secolo in Sicila è stato un periodo di grande trasformazione politica e sociale, cosa che risulta all’ esistenza di dubbi sul se il teatro si deve caraterizzare come greco o romano. In ogni modo, il teatro sembra essere stato dismesso abbastanza presto. Sia al sud che al nord della summa cavea, esistono altri edifici che in primis sembranno risalire al terzo secolo d.C, mentre la parte della città vicino all’ altro lato dell’agorà sembra essere stata abbandonata al quarto secolo d.C.
Agrigento si arrichisce così di un monumento eccezionale, obiettivo inseguito da quasi un secolo, mentre gli archeologi aspirano di trovarne ancora un’ altro: l’ ippodromo di Akragas. Gli scavi sono finanziati con 2,8 milioni di euro di fonti europei.
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