Il Museo Archeologico di Salonicco, in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Atene e il MOMus-Museo della Fotografia di Salonicco, presenta una mostra di materiale fotografico d’archivio digitalizzato dal titolo “La protezione delle antichità del Museo Archeologico Nazionale durante la seconda guerra mondiale”.

Attraverso 26 fotografie dell’Archivio fotografico del Museo Archeologico Nazionale, verrà presentata l’importante opera del nascondimento e conservazione delle sue antichità alla vigilia dell’occupazione tedesca di Atene, durante la seconda guerra mondiale. Il museo partecipa anche nella fotobiennale di Salonicco (Thessaloniki Photobiennale 2021) con il materiale fotografico in merito.

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L’edificio principale del Museo Archeologico Nazionale è stato fondato il 3 ottobre 1866 su progetto degli architetti E. Ziller e L. Lange. Poco prima della fine dell’ottobre 1940 fu completato il suo secondo ampliamento su progetto dell’architetto G. Nomikos, offrendo preziosi spazi aggiuntivi al museo. Prima dell’inizio della guerra, in Grecia furono formati comitati di servizio, nonché rispettivi gruppi in altri paesi, al fine di organizzare il lavoro di conservazione e protezione delle antichità di tutte le collezioni museali e furono emanate le corrispondenti istruzioni ufficiali.


Alla fine degli anni quaranta e fino ad aprile 1941, statue in marmo e bronzo, vasi di ceramica, figurine e altri manufatti antichi del Museo Archeologico Nazionale furono raccolti, confezionati e collocati in scatole o spazi sottoterra nelle sale del Museo per essere preservati dai pericoli della guerra, e in particolare della loro distruzione a causa dei bombardamenti aerei. Erano tenuti in nascondigli sotto i pavimenti delle sale del vecchio edificio, ma principalmente nei sotterranei del nuovo ampliamento ricoperti di sabbia ad un’altezza di 3-4 metri.

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Verso la fine della guerra, nel marzo 1946, il personale scientifico e tecnico del Museo, con le indicazioni del direttore Christos Karusos e il prezioso aiuto della curatrice Sèmni Papaspyridis Karousos, iniziò il lavoro di rivelazione delle antichità dai nascondigli, la loro manutenzione e riesposizione. L’inaugurazione della prima mostra del dopoguerra avvenne nel 1947, mentre i lavori di sistemazione dei locali del museo proseguirono negli anni Cinquanta.

Le opere dell’arte greca antica che sono state immortalate nelle fotografie della mostra sono state conservate durante la seconda guerra mondiale e sono oggi esposte al Museo Archeologico Nazionale.

Fonti

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 Pelagia Kotsoni