Lo scorso 24 luglio la Grecia ha celebrato il 42 ° anniversario del ritorno della democrazia nel paese (24 luglio 1974) dopo la caduta della dittatura dei colonnelli. Il primo ministro Alexis Tsipras ha colto l’occasione per presentare le sue proposte per una riforma costituzionale che, nelle sue parole, segnerà “una nuova era politica di democrazia e dignità per i cittadini”.

Il premier greco ha fatto appello a “tutti e tutte, le forze politiche e sociali del paese e prima di tutti gli stessi cittadini, il popolo stesso ad un ampio, aperto e proficuo dialogo per una nuova Costituzione” che sarà lanciato a partire da settembre e “segnerà la nuova transizione. Per la Costituzione che ci porterà ad una nuova Grecia. La Grecia del 2021 [il 200mo anniversario della nascita dello stato greco moderno]. Per una società prospera, di giustizia, di libertà e di uguaglianza. Per uno Stato democratico e dignitoso”.

Quarantadue anni dopo il ripristino della democrazia nel nostro paese, il ciclo della transizione si chiude, avendo offerto un lungo periodo prezioso di pace sociale e di creatività, ma anche avendo lasciato uno stato con importanti patologie, che la crisi e il successivo commissariamento dei memorandum, non solo non hanno fatto più acute ma le hanno ingrandito disperatamente”, ha detto Tsipras all’ evento speciale tenutosi nel cortile del Parlamento.

La proposta di revisione costituzionale avanzata dal governo greco è articolata su cinque assi principali:

1. Riforme riguardanti l’architettura del regime democratico che comprendono:

-l’istituzione costituzionale del sistema elettorale proporzionale (legge già varata dal Parlamento greco) e della sfiducia costruttiva,

-l’elezione del Presidente della Repubblica ellenica da parte del Parlamento solo se il consenso dei due terzi dei deputati è garantito. Invece, se il consenso non è raggiunto in due successive votazioni, i cittadini potrebbero decidere l’elezione del presidente a suffragio universale tra i due candidati che hanno avuto i maggiori voti durante l’ultima votazione del parlamento

-un ragionevole aumento delle competenze e dei poteri del Presidente della Repubblica mirando a rafforzare il suo ruolo regolatore senza purtroppo toccare il cuore del regime democratico

-l’istituzione di una durata massima per i mandati parlamentari, in modo che nessun deputato potrà essere eletto per più di due legislature consecutive o per otto anni consecutivi

– la previsione che il Primo ministro debba essere un deputato in carica, eletto esclusivamente tra gli deputati eletti, ovviamente con l’eccezione di un Primo ministro di servizio in caso di elezioni anticipate.

2. Rafforzamento delle istituzioni di democrazia diretta tramite la previsione sia di un referendum obbligatorio per la ratifica di trattati internazionali che trasferiscono poteri sovrani dello Stato sia della possibilità di referendum su iniziativa popolare in vari casi (su questioni nazionali, ma anche su leggi già votate -salvo le leggi in materia fiscale- così come su proposte di legge da parte dei cittadini).

TSIPRAS VOULH

3. Rafforzamento dello stato di diritto

Secondo il primo ministro greco, l’obiettivo delle rifforme proposte è quello di “garantire il necessario equilibrio tra il principio di separazione dei poteri, la velocità della giustizia, la certezza del diritto e il rispetto dei diritti civili e sociali”.

-In questo senso, il governo propone l’istituzione di un organo consultivo, il quale sarà composto esclusivamente da giudici delle Corti supreme e verrà consultato -su proposta del Presidente della repubblica o del governo o di 120 deputati- sulla legittimità di una legge in casi eccezionali.

-Il governo propone altresì l’abolizione della disposizione riguardante le responsabilità dei Ministri e dunque dell’immunità parlamentare, salvo per le accuse connesse con l’esercizio delle funzioni dei deputati.

4. Rapporti tra Stato e Chiesa

Nel suo intervento, Alexis Tsipras ha sostenuto la necessità di garantire la neutralità religiosa dello Stato, mantenendo comunque, per ragioni storiche, il riconoscimento dell’Ortodossia come religione dominante.

5. Diritti sociali

Quest’ultimo ma non meno importante asse riguarda i diritti sociali e mira a contenere le pratiche neoliberiste. Include:

-l’esplicito divieto della rinuncia del controllo pubblico dei beni dell’acqua e dell’elettricità

-la garanzia chiara ed efficace della contrattazione collettiva come l’unico mezzo per determinare gli stipendi dei lavoratori e

-la garanzia costituzionale dell’obbligo dell’arbitrato.

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