Il 17 novembre la Grecia commemora l’anniversario della rivolta studentesca contro la giunta militare che governò il Paese dal 1967 al 1974. In effetti, questa ribellione, nota come “la rivolta del Politecnico”, fu la sollevazione popolare più significativa e massiva contro i colonnelli e segnò proprio l’inizio della fine della dittatura in Grecia. Altresì rimarrà per sempre un vivo richiamo per la libertà e la democrazia.

Il 21 aprile 1967, a seguito di una cronica instabilità politica, la Grecia fu sottoposta a una dittatura dell’esercito guidata da un gruppo di colonnelli. La giunta di colonnelli invocando la “minaccia comunista” procede subito all’abolizione dei diritti civili eliminando ogni forma di opposizione e di contestazione. I politici, principalmente di sinistra, ma anche liberali e semplici difensori dei diritti umani, si sono incarcerati e torturati sulla base delle loro convinzioni politiche. Lo spirito della guerra civile prende ora, sotto l’egemonia militare, una direzione più virulenta, facendo sprofondare il popolo greco nella paura e nella sottomissione. La giunta, cercando di controllare tutti gli aspetti della vita politica, vieta, tra l’altro, le elezioni degli studenti nelle università, imponendo leader sindacali non eletti al sindacato studentesco nazionale. Impone anche il servizio militare agli studenti che la giunta qualifica come “rifrattori”. Queste azioni rafforzano i sentimenti anti-giunta tra gli studenti. 

Con il colpo di stato militare del 1967 aveva iniziato un lungo periodo di paura, sfiducia e violazione dei diritti personali e politici. Nei primi anni ’70 la dittatura era riuscita a stabilizzare la propria posizione; ha usato la violenza e le persecuzioni per reprimere l’azione delle organizzazioni di opposizione ed era riuscita a isolare di fatto gli ex politici.

w17 80533polytexneio05

Tuttavia, era abbastanza difficile definire il suo corso futuro. La resistenza al regime militare si è manifestata in varie forme, in diverse azioni individuali e in atti di gruppi di resistenza. È venuta dall’interno della Grecia così come dall’estero, attraverso la diaspora attiva della nazione e i gruppi di solidarietà che sono fioriti in tutto il mondo, chiedendo il ripristino della democrazia nel Paese della sua nascita.

Quarantotto anni fa, di questi giorni, c’erano ad Atene grandi manifestazioni. Sfidando apertamente il regime della giunta militare, i manifestanti, soprattutto studenti universitari ed altri giovani, decisero di protestare per la riduzione dei diritti occupando l’Università Nazionale Tecnica di Atene (Politecnico), nonostante le proibizioni ed i divieti del governo. La mobilitazione studentesca ebbe inizio il 14 novembre 1973 quando gli studenti del Politecnico di Atene entrarono in sciopero.

 P 997 12ert22

Usando materiale trovato nei locali universitari, gli studenti riuscirono anche ad improvvisare una stazione radiofonica, leggendaria fino ad oggi per i messaggi trasmessi per tutta la capitale: “Qui Politecnico! Qui Politecnico! Vi parla la stazione radio dei studenti liberi in lotta, dei Greci liberi in lotta”, così come “Pane –istruzione –libertà” e “Abbasso la giunta”!

Dopo tre giorni, alle tre di notte del 17 novembre, carri armati furono spediti sugli studenti in rivolta. Gli studenti, arrampicati sui cancelli dell’entrata principale, cercarono di bloccare l’avanzata dei tanks implorando i soldati: “Fermattevi, siamo fratelli”.

Seguì una notte di scontri e violenze, durante i quali furono uccisi decine di civili, tutti tra i manifestanti all’esterno dell’edificio, mentre centinaia furono i feriti. Sebbene la rivolta fosse stata soffocata nel sangue, la reazione generale alla giunta crebbe. Il tragico epilogo della ribellione studentesca stimolò in modo determinante le evoluzioni, portando quindi alla caduta del regime dei colonelli e facendo della lotta degli studenti un punto di riferimento nella storia greca contemporanea.

w17 80338polytexn20200

Fonti: