Nel sud dell’isola greca di Èvia si trova annidato tra le montagne un villaggio dal nome Antià. Questo piccolo e remoto paesino è soprattutto noto per il fatto che tra i suoi abitanti -sempre più anziani- sopravvive ancora una tradizione ancestrale davvero straordinaria. Si tratta dello sfyrià, una vera e propria lingua esclusivamente basata sui fischi. Ma cos’è davvero una lingua fischiata?
Lingue fischiate nel mondo
Un linguaggio fischiato è un sistema di comunicazione basato esclusivamente sul fischio. Benché siano attestate in varie parti del mondo, le lingue fischiate sono per lo più circoscritte ad aree geograficamente limitate, soprattutto in territori montuosi o forestali, dove il fischio è più efficace rispetto al discorso ordinario. Nel 2009, il Silbo Gomero, la lingua fischiata dell’isola di La Gomera (Isole Canarie), è stato inserito dall’UNESCO nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale immateriale dell’Umanità. Secondo l’UNESCO, il Silbo Gomero è l’unica lingua fischiata al mondo ad essere pienamente sviluppata e praticata da una vasta comunità (oltre 22.000 abitanti). Nel 2017 un’altra lingua fischiata, quella di Kuşköy (Turchia) è stata, invece, iscritta dall’UNESCO nella Lista del Patrimonio Immateriale che necessita di urgente tutela.
Alla fine del 2018, erano state registrate ben 70 lingue fischiate in tutto il mondo, tra cui quella dei Mazatechi e dei Chinantechi in Messico, la lingua fischiata di Gavião nell’Amazzonia brasiliana, quelle degli Akha e dei Hmong nel sud-est asiatico, della valle d’Ossau (Béarn) nei Pirenei o ancora quella degli Yupik dello Stretto di Bering. Va notato, tuttavia, che ciascuna di queste lingue non è un idioma autonomo, ma piuttosto un’estensione della lingua locale. Per capire meglio i meccanismi interni che stanno alla base del discorso fischiato, sono attualmente in corso progetti di ricerca (Meyer 2004, Carreiras 2005, Lopez 2005), mentre alcuni linguisti come Julien Meyer hanno creato reti di collaborazione interculturale sull’argomento.
Mappa rappresentante la distribuzione geografica delle lingue fischiate documentate nel mondo (J. Meyer and B. Gautheron [Encyclopedia of Language & Linguistics])
Ricerche precedenti hanno dimostrato che il discorso fischiato utilizza elementi fonetici della lingua parlata d’origine per trasmettere e scambiare informazioni a distanza o in presenza di rumore ambientale pur di consentire un’elevata intelligibilità delle frasi anche in condizioni di ascolto estremamente impegnative.
Uno studio comparativo tra discorso parlato, urlato e fischiato ha dimostrato che il fischio è un modo efficace per trasmettere il suono in condizioni ambientali rumorose, tanto più quanto la distanza di comunicazione aumenta. Esso permette quindi al discorso umano di sviluppare e acquisire in modo naturale proprietà che formano un vero e proprio sistema di telecomunicazioni. (Meyer, 2005)
La lingua fischiata dell’isola di La Gomera (Isole Canarie), il Silbo Gomero (canale YouTube dell’UNESCO)
Dall’antichità ai giorni nostri
Già nel V secolo a.C., nel quinto libro delle sue “Storie” (intitolato “Melpomene”, Erodoto riporta l’esistenza di trogloditi etiopi che “parlano come pipistrelli”.
Inoltre, diversi navigatori dell’Antichità riferiscono che i Guanci, gli abitanti indigeni delle Isole Canarie, utilizzavano, oltre al loro linguaggio abituale, una lingua fischiata che permetteva loro di comunicare da valle a valle a diversi chilometri di distanza.
In modo analogo, il testo classico cinese Xiaozhi (VIII secolo d.C. circa, di autore anonimo, poi identificato come giudice Sun Guang), descrive l’arte del fischio trascendentale, un’antica tecnica taoista. Il libro, il cui titolo potrebbe essere tradotto come “Principi del fischiare” o “Istruzioni sul fischio”, rappresenta uno dei primi trattati di fonetica: descrive come praticare il fischio e fornisce anche dodici specifiche tecniche per fischiare, con indicazioni sul posizionamento della lingua e delle labbra, sul controllo della respirazione, ecc.
Eppure la prima testimonianza storica che attesta l’esistenza di una lingua fischiata è quella data dall’equipaggio del mercenario francese Jean de Béthancourt, partito alla conquista delle Canarie nel 1402. Nel loro diario di bordo, pubblicato sotto il titolo “Le Canarien”, Bontier e Le Verrier affermano che gli abitanti delle isole parlavano “con due labbra come se non avessero la lingua”. Grazie ad altre fonti, ora sappiamo che quello a cui avevano assistito era una forma fischiata della lingua berbera locale allora parlata dai Guanci (Meyer, 2015).
La lingua fischiata della Grecia: La storia di Antià
L’unica lingua fischiata in Grecia (e la seconda in Europa) è ancora in uso ad Antià, un piccolo villaggio nel sud dell’isola di Èvia (o Eubea), dove la gente del posto la chiama sfyrià (dal verbo greco sfyrìzo “fischiare”).
Sfyrià ha una storia secolare, ed è sempre stata praticata dagli abitanti di Antia, e soprattutto dai pastori di questo villaggio circondato da montagne, che si ritiene usassero la lingua fischiata per comunicare e dialogare tra di loro e con le loro famiglie perfino a lunghissime distanze.
Veduta generale di Antià, Fonte: (Meyer, 2005)
Tuttavia, la vera origine di questa forma di comunicazione rimane tuttora incerta; secondo una delle tesi avanzate, essa avrebbe originato da truppe persiane che facevano la guardia a dei prigionieri greci nei pressi di Karystos, e che dopo la sconfitta del loro esercito nella battaglia di Salamina (480 a.C.) si sarebbero date alla fuga trovando rifugio nelle alture circostanti. Timorosi di rivelare la loro posizione e il contenuto dei loro colloqui, questi avrebbero poi sviluppato un linguaggio fischiato, ripreso in epoche successive dalla gente del posto. Un’altra teoria, invece, suggerisce che la lingua sia stata creata dagli stessi abitanti dell’Eubea in età medievale, mentre si spostavano nell’entroterra per proteggersi dai pirati siciliani e veneziani. Stando a questa teoria, hanno inventato questo metodo per avvertirsi a vicenda di ulteriori attacchi e nascondersi.
Fonte: The Village that Whistles [Il Villaggio che fischia] di Katerina Zoulas (2010)
Secondo Dimitra Hengen, una linguista greca che ha parlato a proposito a BBC Travel, sfyria è in effetti una versione fischiata del greco parlato, in cui lettere e sillabe corrispondono a toni e frequenze distinte. Dato che le onde sonore generate dal fischio differiscono da quelle della lingua parlata, i messaggi in sfyrià possono viaggiare fino a una distanza di 4 km in valli aperte, circa 10 volte più lontano delle grida.
Ciò che colpisce è che lo sfyrià è stato scoperto dal resto del mondo solo nel 1969, quando un aereo si schiantò sulle montagne dietro Antià. Mentre l’equipaggio era intento a cercare il pilota scomparso, sentì i pastori scambiarsi messaggi e comunicare in questo modo particolare.
Fonte: The Village that Whistles [Il Villaggio che fischia] di Katerina Zoulas (2010)
Oggi si stima che solo sei persone (su un totale di 37 abitanti) parlano, anzi fischiano ancora la lingua di Antià.
Sebbene non sia ancora stato inserito nella lista del patrimonio dell’UNESCO, lo sfyrià è considerato più antico e più strutturato rispetto a molte altre lingue fischiate, ma è anche quello che corre un più elevato rischio di estinzione. Infatti, secondo l’Atlante delle lingue del mondo in pericolo dell’Unesco, nessun’altra lingua in Europa – fischiata o no – ha meno parlanti viventi dello sfyrià.
Testo originale: Sfyria: the whistled language of Greece su Greek News Agenda
s.d.