Lazarides è un piccolo villaggio all’est dell’isola di Aegina, il cui significato, oltre alla bellezza del paesaggio, si trova all’insediamento mediterraneo miceneo, al nord-est del villaggio moderno e al vicino cimitero. Le sue spaziose tombe a camera si riferiscono a una cultura sviluppata e a una comunità prosperosa che partecipò attivamente alla rete commerciale del golfo di Argosaronico, dicono gli archeologi.

Dal 2005 il sito archeologico di Lazarides è scavato dal Dipartimento di Storia e Archeologia dell’Università Nazionale e Capodistriana di Atene (EKPA) ed è evidente che si tratta di un insediamento attivo e importante durante il periodo del XIIII e XIII secolo a.C. Era il 2010 quando lo scavo ha rivelato una piccola tomba a scatola, datata al XIII secolo a.C. dentro la quale erano messe le ossa di un bambino piccolo insieme a un’elaborata collana. Il reperto insieme al terreno che lo circondava è stato trasferito all’Unità di Conservazione del Museo di Archeologia e Storia dell’Arte dell’Accademia Nazionale Greca delle Scienze, affinché venisse accuratamente ripulito e preservato. Si è rivelato che si trattava di una bambina tra i 12 e i 16 mesi, che ha vissuto al XIII secolo a.C. La bambina soffriva di una malattia grava, legata possibilmente alla sindrome Down: sarebbe quinti l’unico caso di sindrome Down durante l’antichità in Grecia, rivelato oggi! Inoltre, la collana che portava la piccola è, secondo gli scienziati, indicativa della cura che ha preso durante la sua vita breve e in morte, siccome è composta di 93 perle di maiolica e vetro, oltre a sei perle di corniola.

Nelle ricerche osteologiche condotte sul materiale scheletrico, si sono state riscontrate caratteristiche morfologiche di alterazioni scheletriche indicative di una o più malattie croniche molto gravi. In altre parole, era una bambina che ha trascorso gran parte della sua vita, se non tutta la vita, molto malata e chi soffriva di dolori intensi. Successive analisi genetiche di campioni del materiale effettuate presso l’Istituto Max Planck di antropologia evolutiva in Germania, hanno rivelato definitivamente che la bambina soffriva anche dalla sindrome di Down.

La ricerca relativa è stata pubblicata nella rivista scientifica «Nature Communications»

Questo caso fa parte di una ricerca più ampia, effettuata dall’Istituto Max Planck, che si è bassata in altre 5 casi di sepolture infantili o perinatali. I casi provengono anche dall’Irlanda del Neolitico (ca. 3.500 a.C.), dalla Bulgaria dell’età del bronzo (ca. 2.700 a.C.), tre dalla Spagna dell’età del ferro (ca. 800-400 a.C. d.C., entrambi con sindrome di Down, uno con sindrome di Edwards) e dalla Finlandia (circa 1.720 d.C.). La rarità dei casi si collega anche col fatto che è molto difficile identificare i disordini dei campioni di DNA antico senza l’uso di tecniche moderne. Sembra invece che sia la prima volta che la sindrome di Edwards viene ritrovata in resti storici o preistorici, secondo i ricercatori. Dalla ricerca era in addizione evidente, che tutti i bambini sembravano essere stati curati dopo la morte attraverso vari rituali che indicavano il loro riconoscimento come parte delle loro comunità.

H.P.

Con materiale dal AMNA (www.amna.gr)

Copyright: Archivio degli scavi di Lazarides

Maggiori informazioni sull’isola di Egina nei nostri articoli precedenti:

Il festival del pistacchio di Egina

Egina: una passeggiata attraverso la storia greca

TAGS: #archeologia | #cultura | #Egina | #scavi | #scoperta | #storia